Quali sono le caratteristiche del mutismo selettivo e come si può intervenire per aiutare un bambino in difficoltà? Si tratta di un disturbo d’ansia non facile da diagnosticare. Anche se non comune, può perdurare anche negli adulti, con pesanti conseguenze. 

Mutismo selettivo e disturbi d’ansia

Spesso si sottovalutano i pensieri e le paure dei più piccoli. Anche i bambini soffrono di disturbi d’ansia. Il più comune, anche se raro con un’incidenza minore dell’1%, è il mutismo selettivo. Tale disturbo è presente anche nel Manuale Diagnostico (DSM 5), descritto per la prima volta dal medico tedesco Adolf Kussmaul (1877).

Il mutismo selettivo si caratterizza come l’incapacità dei più piccoli di parlare davanti a estranei, se si protrae per più di un mese, ma non con i genitori e i fratelli con i quali riescono a avere un dialogo normale.

I sintomi

La sindrome si manifesta nell’infanzia, principalmente nelle femmine, intorno ai due/tre anni. I sintomi più comuni sono una forte paura degli spazi sconosciuti, istinto a nascondersi, mancanza di contatto oculare e la riluttanza a parlare. Sia l’eloquio che i comportamenti assumono aspetti totalmente differenti nelle mura domestiche e nel mondo circostante: a casa infatti il bambino è maggiormente a suo agio parlando tranquillamente.

Comunemente i primi segnali compaiono nella scuola dell’infanzia o ai giardinetti pubblici, cioè quando i piccoli iniziano a relazionarsi con i compagni o con estranei. Inizialmente i bambini selettivamente muti vengono facilmente confusi per timidi in quanto evitano il contatto visivo, non rispondono alle domande e arrossiscono. Questo non accade con i genitori, con cui riescono ad essere fluenti e molto espansivi, a seconda sempre dei tratti temperamentali.

Nel caso del mutismo selettivo avviene un vero e proprio blocco dell’eloquio dato dalla paura del giudizio, del pensiero e del confronto con l’estraneo. Non si individuano problemi di fluenza o di acquisizione del linguaggio ma è tutto dovuto a un eccessivo livello di ansia provato dal piccolo.

La diagnosi di mutismo selettivo

La diagnosi di mutismo selettivo viene fatta nel momento in cui il problema perdura per più di un mese. Non è semplice da effettuare in quanto risulta molto diverso da paziente a paziente.

Il primo passo è escludere tutte le altre cause che possono portare il bambino a non parlare come ritardi cerebrali o disturbi dell’apprendimento. A quel punto viene somministrata la Selective Mutism Stages Communication Comfort Scale, che valuta i tre livelli utili alla comunicazione verbale.

Oltre a questa è importante avere un colloquio approfondito con i genitori per comprendere la storia clinica e le dinamiche familiari.

Come intervenire per curare il mutismo selettivo

Per riuscire a superare il disturbo è necessario che i bambini vengano sottoposti ad un trattamento psicologico. Il più adatto risulta essere l’intervento cognitivo-comportamentale. Lo psicoterapeuta attua una serie di procedure utili a smorzare l’ansia e motivare il bambino nelle verbalizzazioni. Una volta effettuato questo passaggio verranno inserite delle prove guidate in cui lo psicoterapeuta aiuterà il piccolo ad affrontare quanto succede. Ad esempio si può simulare una conversazione con l’insegnante.

L’aspetto principale della terapia è sicuramente il coinvolgimento dei genitori: dovranno essere una parte attiva aiutando il piccolo nelle difficoltà e supportandolo dove necessario. Non devono mettere in difficoltà il bambino spingendolo a parlare e non devono escluderlo dalla vita sociale per paura che soffra. Devono rendere partecipi gli insegnanti, i nonni e gli amici che aiuteranno nel processo terapeutico.

Molto importante è la scuola. Gli insegnanti devono cercare di comprendere i sintomi ed evitare eccessivi rimproveri. Essi dovrebbero facilitare la vita scolastica del bambino evitando di costringerlo a parlare e lodarlo quando comunicherà spontaneamente. Risulta importante anche il maggior coinvolgimento possibile con la classe, rendendolo così un luogo sicuro e tranquillo per il bambino.

Anche se non comune il mutismo selettivo può persistere anche negli adulti. Mutismi non correttamente trattatati o mal diagnosticati perdurano negli anni e portano problemi anche nell’età adulta. I soggetti riferiscono che sentono ancora molti blocchi in alcune situazioni più difficili fino ad arrivare a soffrire di attacchi di panico.

Martina Ballabio

Martina Ballabio

Laureata in Psicologia

Martina Ballabio è laureata un Psicologia per il Benessere, Empowerment, Riabilitazione e Tecnologia Positiva presso l’UCSC di Milano. Effettua il suo tirocinio professionalizzate presso il Centro Medico Vivavoce. Lavora da anni con i minori in ambito di tutela e supporto scolastico.

Supera la balbuzie con noi

Metodo clinico dimostrato
Il metodo MRM-S per superare la balbuzie è scientificamente dimostrato da un progetto in collaborazione con l’Università San Raffaele

Esperienza consolidata
Vivavoce ha aiutato oltre 1300 pazienti in tutta Italia a superare la loro balbuzie