I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) sono

un ampio gruppo di disordini che si manifestano con notevoli difficoltà nell’apprendere ed utilizzare il linguaggio orale, le espressioni linguistiche, la lettura, la scrittura o la matematica.

Ad oggi, si presume che siano legati a disfunzioni del sistema nervoso centrale. Tuttavia, nessuna ipotesi ha portato ad individuare una causa certa per i DSA.

I DSA: definizione pratica

Il termine DSA ovvero Disturbo Specifico dell’Apprendimento, comprende numerose problematiche dello sviluppo dell’apprendimento scolastico.

I DSA sono identificati quando un soggetto ha un rendimento scolastico inferiore a quello che teoricamente dovrebbe avere. Questo scarso rendimento non deve però essere dovuto a pigrizia o scarsità di impegno.

Per essere considerati tali, i disturbi non devono essere causati da handicap mentali gravi. I soggetti che presentano Disturbi Specifici dell’Apprendimento hanno, al contrario, un’intelligenza nella media o addirittura superiore.

I DSA: la diagnosi

Il criterio principale su cui si basa la diagnosi dei DSA è quello chiamato della discrepanza. Essa si definisce come la differenza tra i risultati che un individuo ottiene rispetto a quelli che ottengono altre persone con caratteristiche simili.

Ad esempio, un bambino che durante un dettato sbaglia a scrivere moltissime parole in più rispetto ai suoi compagni.

Chi fa la diagnosi dei DSA?

La certificazione diagnostica dei Disturbi Specifici di Apprendimento può essere rilasciata sia da strutture pubbliche del Servizio Sanitario Nazionale sia da strutture sanitarie private accreditate.

L’Equipe multi professionale di valutazione deve essere costituita da: Neuropsichiatra Infantile, Psicologo e Logopedista.

Quando viene fatta la diagnosi?

Le tempistiche di insorgenza dei DSA variano per ogni tipologia di disturbo.

La diagnosi di dislessia, disortografia e disgrafia può essere fatta alla fine della seconda elementare. La diagnosi di discalculia viene invece tipicamente fatta alla fine della terza elementare.

La diagnosi dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento può essere inoltre precoce o tardiva.

Si definisce precoce una diagnosi che venga effettuata alle primissime fasi della comparsa del Disturbo Specifico dell’Apprendimento. É tardiva una diagnosi effettuata successivamente ai periodi di insorgenza indicati come tipici.

I DSA: quali sono

Ecco come sono suddivisi i Disturbi Specifici dell’Apprendimento.

  • Dislessia: disturbo della lettura caratterizzato dalla difficoltà di effettuare una lettura accurata e/o fluente.
  • Disortografia: difficoltà nel rispettare le regole del linguaggio parlato quando si passa alla forma scritta. Vengono quindi commessi molti errori di ortografia.
  • Disgrafia: difficoltà nella scrittura. La grafia è irregolare, c’è scarsa capacità di utilizzare lo spazio sul foglio e i margini. C’è difficoltà a mantenere la direzione orizzontale dello scritto e gli spazi tra lettere e tra parole sono irregolari.
  • Discalculia: deficit del sistema di elaborazione dei numeri e/o del calcolo. Può esserci difficoltà nell’associare il numero alla quantità e a capire che un numero e la parola ad esso corrispondente abbiano lo stesso valore.

I DSA: i numeri in Italia

L’incidenza dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento nella popolazione varia in base alla lingua e alla cultura.

Non esistono in Italia dati univoci sull’incidenza dei DSA, ma si stima che in media ne sia afflitto il 4-5% della popolazione.

I dati sulla dislessia invece sono più accurati, poiché questo disturbo è attualmente il DSA più studiato. In Italia si stima che il 3,7% della popolazione sia affetto da dislessia, per un totale di 1.500.000 persone.

I DSA: legislazione

A differenza di molti altri disturbi i DSA sono regolamentati dalla Legge 8 ottobre 2010, n. 170.

Il diritto allo studio degli alunni con DSA è garantito dal Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca (MIUR) attraverso la realizzazione di percorsi individualizzati nell’ambito scolastico. Viene cioè data alle scuole l’opportunità per riflettere sulle metodologie da mettere in atto dare spazio al potenziale tutti gli studenti in base alle loro peculiarità. Questo si realizza in un Piano Didattico Personalizzato (PDP) con il quale la scuola definisce gli interventi da mettere in atto nei confronti degli alunni con esigenze particolari.

Regolamentare questo tipo di disturbi è importante perché permette alle persone affette da DSA di non precludersi l’apprendimento e l’istruzione. Tuttavia la legislazione non è ancora applicata in tutti gli ambiti. Ad esempio, fino al 2016 non era stato considerato il caso in cui una persona dislessica partecipasse ai test nazionali per accedere alle specializzazioni mediche.

 

Fonti

Associazione Italiana Dislessia, www.aiditalia.org

Ministero dell’Università e della Ricerca, www.istruzione.it

Giovanni Simoneschi (a cura di), La dislessia e i disturbi specifici di apprendimento, Teoria e prassi in una prospettiva inclusivaAnnali della Pubblica Istruzione, 2010.

Anna La Prova, Disturbi Specifici dell’Apprendimento: Cosa fare a scuola

Paola Eleonora Fantoni, I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA)

 

Redazione Vivavoce

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