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Sebbene la diagnosi di DSA possa essere fatta alla fine della seconda elementare, mentre quella di discalculia al termine della terza elementare, già nella scuola dell’infanzia è possibile individuare i bambini che presentano delle difficoltà. Come funziona lo screening di valutazione del linguaggio e dei prerequisiti scolastici e come viene svolto: ce lo spiega Marina Vai, logopedista del Centro Vivavoce.
La legge 170 del 2010 relativa alle linee guida dei Disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) sottolinea l’importanza di rilevare fattori a rischio fin dalla scuola dell’infanzia e delega agli insegnanti l’osservazione e descrizione delle difficoltà dei bambini.
In alcune scuole vengono somministrati test standardizzati di screening per rilevare difficoltà specifiche nel linguaggio, nella motricità, nell’organizzazione spazio-temporale, nell’attenzione e nella memoria.
L’importanza dell’osservazione precoce è ribadita in due decreti ministeriali, uno del 2011 e un altro del 2013. «È importante identificare precocemente le possibili difficoltà di apprendimento e riconoscere i segnali di rischio già nelle scuole dell’infanzia», si legge ad esempio nel decreto ministeriale 12/07/11.
Da logopedista confermo l’importanza di proporre ai bambini dell’ultimo anno della scuola dell’infanzia uno screening di valutazione del linguaggio e dei prerequisiti scolastici. Tale screening deve avere un costo sostenibile. Inoltre deve essere molto sensibile in quanto capace di individuare i bambini che hanno delle difficoltà e specifico perché deve dare il minor numero di falsi positivi.
I due obiettivi dello screening sono elencati di seguito.
Lo screening è proposto dagli insegnanti della scuola dell’infanzia ai genitori, in compresenza del logopedista qualora sia possibile.
I genitori devono comprendere il significato e lo scopo del test che verrà fatto. Possono a loro volta dare informazioni utili sul bambino ed essere aiutati a prendere consapevolezza delle eventuali difficoltà. Capita spesso che rispondendo a delle semplici domande sull’evoluzione del figlio i genitori si rendano conto “all’improvviso” delle difficoltà presenti e diventino collaboratori attivi durante un’eventuale presa in carico.
Il logopedista dovrebbe visionare con gli insegnanti della scuola dell’infanzia le schede che esse compilano per ogni bambino. Insegnanti attenti e preparati possono infatti fornire per ogni bambino dati importanti che sono di estremo aiuto al logopedista durante l’osservazione e valutazione di screening. Il logopedista in aggiunta può fornire un questionario più specifico da far compilare ai genitori e alle insegnanti.
Lo screening avviene in due fasi.
Nella prima fase vengono visti tutti i bambini dell’ultimo anno di scuola dell’infanzia.
Nella seconda, vengono rivisti solo quei bambini per i quali ci sono dei dubbi sul linguaggio e sui prerequisiti scolastici.
Lo screening permette di rilevare i bambini a rischio e fornire gli insegnanti degli strumenti necessari per poterli aiutare. Ad esempio, potrebbero essere dati degli esercizi di rinforzo da svolgere in piccoli gruppi (workshop).
Anche le stesse famiglie potrebbero essere coinvolte, chiedendo loro di prestare attenzione ai primi processi d’apprendimento della letto-scrittura durante i primi mesi di scuola. Tale rinforzo permetterebbe di preparare anche quei bambini a cui sarà comunque successivamente diagnosticato un DSA, limitando la loro difficoltà.
L’avvio di uno screening efficace richiede uno sforzo in termini di risorse e di tempo, poiché il logopedista dovrà partecipare a incontri con le insegnanti, con i genitori, elaborare i dati, valutare i bambini.
Non tutte le scuole, purtroppo, dispongono di fondi utili. In tal caso, lo screening può essere rivolta solo ai bimbi su cui si hanno dei dubbi.
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Alcune scuole dell’infanzia già si avvalgono della collaborazione di un il logopedista all’interno della struttura. Questo rappresenta sicuramente un vantaggio. La figura professionale interagisce direttamente con gli insegnanti e collabora con loro nell’individuazione dei bambini con difficoltà.
Il logopedista può così incontrare facilmente i genitori nei colloqui e nelle assemblee di classe. Può dare anche indicazioni rispetto allo sviluppo linguistico, suggerire visite, indicare a chi e dove rivolgersi motivando l’indicazione data.
La presenza del logopedista all’interno della struttura crea maggior familiarità e di conseguenza la possibilità di far comprendere pian piano alla famiglia l’importanza di rivolgersi a un centro specializzato per effettuare una valutazione.
I bambini che sono già stati valutati per ritardo e disturbo di linguaggio presso centri convenzionati o privati e che sono in carico per la riabilitazione vengono sottoposti a delle prove prima dell’ingresso in scuola primaria.
Solitamente il logopedista, in accordo con il neuropsichiatra infantile referente del caso, propone delle sedute di potenziamento dei prerequisiti scolastici.
Si possono proporre degli screening nella scuola primaria a metà percorso e alla fine della prima. In questo modo si avvia un programma di potenziamento per i bambini che presentano delle difficoltà e tenerli sotto osservazione.
La diagnosi di Disturbo Specifico dell’Apprendimento può essere posta solo alla fine della seconda primaria ed alla fine della terza primaria per il calcolo (discalculia). Tuttavia, gli insegnanti hanno il dovere di sostenere i bambini con difficoltà in attesa della diagnosi mettendo in atto strategie d’intervento che possono facilitarli nell’apprendimento.
A livello di screening in prima e seconda primaria ci sono vari strumenti che possono utilizzare gli insegnanti. Un esempio sono le prove ZERO: prove di lettura e scrittura molto semplici che vanno a testare il livello raggiunto del bambino e le sue difficoltà. Queste contengono il manuale e i dati normativi che indicano la presenza di difficoltà meritevoli di attenzione e successiva valutazione.