BALBUZIE
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“Parole cucite”. Così Camilla descriveva, un anno fa, la sua balbuzie. Come tanti bambini, ha iniziato a balbettare da molto piccola.
Smettere di balbettare, per lei, è stata una conquista. Ce la racconta Dora, la mamma.
Camilla ha iniziato a balbettare a 4 anni.
Appena io e suo padre abbiamo notato il problema ci siamo immediatamente allarmati. Eravamo comunque consapevoli che a quell’età si possano verificare dei casi di balbuzie, eravamo quindi più attenti che preoccupati.
Prima del suo ingresso nella scuola elementare, abbiamo parlato con le maestre che la seguivano alla scuola materna che hanno confermato le nostre percezioni.
A quel punto, abbiamo consultato la sua pediatra e abbiamo affrontato un primo consulto.
Dopo quasi un anno di sedute settimanali con una psicologa Camilla era migliorata, ma il problema comunque persisteva.
Come genitori, avevamo la sensazione che stessimo lasciando in sospeso qualcosa. Abbiamo riflettuto su come oggi si risolvano problemi molto più gravi di questo. Ci siamo decisi a fare un ultimo tentativo per aiutarla a smettere di balbettare.
In più, c’è stato un caso di prima presa in giro da parte di un amichetto. Questo episodio ha contribuito nel costruire la nostra volontà di anticipare problematiche che Camilla avrebbe potuto avere in futuro rispetto alla relazione con i coetanei.
Quello che mi aveva colpito è stato un approccio molto diverso rispetto a quella che era la pratica tradizionale. La componente innovativa ha attirato la nostra attenzione e accresciuto l’interesse.
Leggevo dei riferimenti scientifici che in altri approcci non avevo mai trovato.
È stato durante il colloquio conoscitivo in Vivavoce, nel 2019, che Camilla ha descritto per la prima volta la sua balbuzie.
Ha detto “Per me è come se le parole alcune volte fossero cucite, quindi non riesco a staccarle. Balbetto perché le stacco”. A volte era arrabbiata, non tanto per la balbuzie in sé ma per il fatto che ci mettesse troppo tempo a esprimere quel pensiero che invece scivolava così veloce nella sua mente.
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La sua vita è cambiata tantissimo soprattutto nei momenti di tensione.
Circa un mese dopo l’inizio del percorso con Vivavoce la sua maestra mi ha fermato fuori dalla scuola e mi ha detto: “Voglio che lei sappia che è come se sua figlia non avesse mai balbettato”.
Direi di non farsi prendere dall’ansia perché viene riflessa sul bambino, cosa che a me è successa in diverse occasioni.
È importante valutare quando un bimbo si sente pronto a intraprendere un percorso di riabilitazione. Quello è il momento su cui bisogna focalizzare l’attenzione.
Mi sento di dire soprattutto che è qualcosa che si può risolvere.
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Foto di Elina Sazonova da Pexels