BALBUZIE
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Può esserci un legame tra bullismo e balbuzie e anche da adulti possono persistere gli effetti delle esperienze subite. Cosa si può fare in questi casi? I consigli della psicologa Giada Sera del Centro Medico Vivavoce.
Il bullismo è un insieme di comportamenti aggressivi, intimidatori e di sopraffazione commessi da uno o più soggetti verso un altro soggetto percepito come più “debole.”
Si parla di atto di bullismo quando questi gesti sono intenzionali e ripetuti nel tempo. La caratteristica peculiare di questi gesti è l’assimmetria dei soggetti coinvolti, che definisce anche i ruoli nella relazione: il bullo – quello “forte”- e la vittima – quello “debole”.
Esistono varie forme di bullismo:
Ma perché succede? Il comportamento del bullo va letto come segnale di disagio. Il suo comportamento è la manifestazione di una difficoltà: talvolta aggredire il più debole può avere la funzione di allontanarsi dalla propria vulnerabilità.
Vi può essere una relazione tra balbuzie e bullismo. Il bambino con difficoltà di fluenza potrebbe essere oggetto di scherno e diventare vittima. Il balbuziente ha maggior probabilità di essere bullizzato rispetto a un bambino normo fluente. Blood e collaboratori (2016) evidenziano un maggior percentuale di episodi di bullismo nei soggetti balbuzienti (30%) rispetto al campione di normo fluenti (14%).
Inoltre, dallo studio emerge la maggior probabilità nei soggetti balbuzienti adulti di sviluppare:
La vittima, in particolare la vittima balbuziente, può riportare diversi sintomi e manifestare il suo disagio in diversi modi. Possono insorgere:
Vi sono significative conseguenze a livello psicologico. Studi scientifici evidenziano una correlazione tra vissuti di bullismo e il rischio di sviluppare problemi psicologici nei bambini (Kaltiala-Heino et al., 1999; Seals & Young, 2003; Glew et al., 2005; Klomek et al., 2007; Espelage & Holt, 2013).
Studi longitudinali hanno dimostrato le conseguenze a lungo termine del bullismo. È emerso ad esempio che sia le vittime che i bulli hanno una maggior possibilità in età adulta di sviluppare disturbi psicologici, come ansia, depressione, disturbi di personalità (Sourander et al., 2015).
Per approfondire B come Balbuzie. B come Bullismo.
Può essere che nonostante sia passato molto tempo da questi eventi, essi si percepiscano ancora come significativi e dolorosi. Riuscire a fare chiarezza su quello che esperiamo ad oggi e imparare a prenderne distanza o valutarli più razionalmente può essere d’aiuto.
Prova a riflettere sui seguenti punti:
Blood G.W., Blood I. M. (2016) Disorders Long-term Consequences of Childhood Bullying in Adultswho Stutter: Social Anxiety, Fear of Negative Evaluation,Self-esteem, and Satisfaction with Life, Journal of Fluency Disorders, 50, pp. 72-84.
Espelage, D. L., & Holt, M. K. (2013), Suicidal ideation and school bullying experiences after controlling for depression and delinquency. Journal of Adolescent Health, 53(1), S27-S31
Glew, G. M., Fan, M. Y., Katon, W., Rivara, F. P., & Kernic, M. A. (2005), Bullying, psychosocial adjustment, and academic performance in elementary school. Archives of pediatrics & adolescent medicine, 159(11), 1026-1031
Kaltiala-Heino, R., Rimpelä, M., Marttunen, M., Rimpelä, A., & Rantanen, P. (1999), Bullying, depression, and suicidal ideation. Finnish adolescents: school survey. Bmj, 319(7206), 348-351
Klomek, A. B., Marrocco, F., Kleinman, M., Schonfeld, I. S., & Gould, M. S. (2007), Bullying, depression, and suicidality in adolescents. Journal of the American Academy of Child & Adolescent Psychiatry, 46(1), 40-49
Seals, D., & Young, J. (2003), Bullying and victimization: Prevalence and relationship to gender, grade level, ethnicity, self-esteem, and depression. Adolescence, 38(152), 735
Sourander, A., Gyllenberg, D., Brunstein Klomek, A., Sillanmaki, L., Ilola, A.M., & Kumpulainen, K. (2015). Association of Bullying Behavior at 8 Years of Age and Use of Specialized Services for Psychiatric disorders by 29 years of age. JAMA Psychiatry, 73(2), 159-65
Foto di Japheth Mast da Pexels
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