Siamo soliti pensare alla balbuzie di un bambino, e di conseguenza all’impatto che essa può avere sugli altri componenti della famiglia: genitori, fratelli e sorelle. Ma cosa succede quando il bambino che balbetta diventa adulto e a sua volta genitore? In altre parole, qual è l’impatto della balbuzie sulla propria vita e sul proprio ruolo di genitore?

Balbettare: un ostacolo alla genitorialità?

La balbuzie può portare ad una generale riduzione della qualità della vita di un genitore, nonché ad alcune limitazioni nelle attività quotidiane. Secondo alcune ricerche, il fatto di balbettare può persino influenzare la scelta dei nomi dei figli, che devono essere facili da pronunciare, anche per il genitore che balbetta. Altri genitori confessano la brutta sensazione di non essere in grado di leggere le favole ai propri bambini, o ancora di sperimentare la paura di non riuscire a chiedere aiuto nel caso in cui il figlio si possa trovare in difficoltà. Pur nella loro semplicità, questi esempio ci fanno intuire più chiaramente come balbettare possa condizionare enormemente la vita di chi ne soffre.

Lo stesso ruolo genitoriale può venire messo in discussione, tra grande preoccupazione e frequente imbarazzo. «Parlerò abbastanza ai miei figli? Proveranno imbarazzo o vergogna per le mie difficoltà?». Alcuni genitori, chiedono al partner di intervenire al posto loro durante un rimprovero o un momento emotivamente carico. Ovviamente queste esperienze non valgono per tutti: vi sono genitori che non balbettano affatto quando devono gridare o sgridare i propri figli. Alcuni studi, mostrano infatti che a volte chi balbetta può parlare fluentemente proprio quando prova sensazioni forti, quali la rabbia o l’orgoglio, l’entusiasmo o la paura.

Le difficoltà quotidiane di un genitore che balbetta si manifestano anche quando ad essere protagonisti sono i figli, con le loro attività, lo sport, la scuola e le relazioni sociali che essi instaurano, con gli amici, i compagni o gli altri genitori. Queste relazioni possono provocare emozioni negative. Da una parte, l’interlocutore potrebbe incutere timore per la sua autorità, come nel caso di genitori, insegnanti, o medici. D’altra, gli interlocutori potrebbero essere numerosi, come nel caso delle riunioni di classe. In questi casi, le preoccupazioni per le proprie difficoltà di espressione, possono portare all’evitamento. Per esempio, alcuni genitori evitano colloqui con gli insegnanti, i professionisti o i conoscenti, delegandoli al coniuge. Similmente, non investono nelle relazioni con i genitori dei compagni di classe o degli amici dei propri figli.

La paura che la presenza della balbuzie possa indurre critiche o giudizi, oltre a essere una potenziale minaccia alla propria identità e al proprio senso di competenza comunicativa, può causare maggior sconforto e inadeguatezza nel prendersi cura dei propri figli.

Pazienza, sensibilità, empatia: quando balbettare diventa una risorsa

La balbuzie non è solo portatrice di sensazioni negative: molte sono, anzi, le sfaccettature positive.

L’esperienza con la balbuzie può fornire ai genitori risorse utili nel supportare la crescita dei figli.

Alcuni genitori riconoscono che la balbettare ha insegnato loro ad essere più pazienti, più introspettivi e più capaci di entrare maggiormente in contatto con le proprie emozioni. Questa capacità ha permesso loro di insegnare ai figli ad esprimere con più facilità i propri stati affettivi, favorendo di conseguenza la comprensione degli stati emotivi sia propri sia altrui.

L’aver avuto a che fare con difficoltà nella comunicazione sembra rendere i genitori maggiormente in grado di comprendere la frustrazione e, grazie a questo, aiutare i figli a essere più empatici e comprensivi anche delle sofferenze altrui.

Nel caso in cui anche il figlio balbetta, il genitore ha il “vantaggio” di sapere sulla propria pelle cosa significa il mondo della balbuzie e questa conoscenza diretta può aiutarlo nella gestione del figlio. Non solo riconosce la fatica nel figlio, ma, avendola vissuta in prima persona, la comprende perfettamente e ne rimane più colpito e coinvolto.

La balbuzie è senza dubbio un fenomeno che può avere impatti molto differenti nelle diverse fasi di vita.  E la genitorialità non è un’eccezione. Soffrire di balbuzie porta con sé una serie di ostacoli anche nelle relazioni familiari, ma l’aver affrontato e l’affrontare quotidianamente queste difficoltà può dare a un genitore un’esperienza di efficacia e resilienza che può trasmettere ai propri figli, consentendogli di avere più risorse nel percorso di crescita.

Foto: Flickr, Emanuele Rosso

Redazione Vivavoce

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