PSICHE
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Il Disturbo da Deficit Attentivo con Iperattività (ADHD) è
un disordine dello sviluppo neuropsichico del bambino e dell’adolescente, caratterizzato da inattenzione e impulsività/iperattività.
Le cause dell’ADHD sono state a lungo studiate. Negli ultimi dieci anni si è cercato di capire se i sintomi del disturbo fossero spiegabili da un cattivo funzionamento di alcune aree cerebrali. Stando a questi studi, sembrerebbero coinvolti la corteccia pre-frontale, parte del cervelletto e almeno due gangli della base.
Le immagini raccolte hanno mostrato che nei soggetti affetti da ADHD queste aree cerebrali risultano essere di dimensioni ridotte.
I fattori non genetici collegati all’ADHD includono la nascita prematura, l’uso di alcool e tabacco da parte della madre durante la gravidanza, l’esposizione a elevate quantità di piombo nella prima infanzia e le lesioni cerebrali.
Tuttavia questi fattori possono spiegare dal 20 al 30% dei casi di ADHD tra i maschi, ancora meno tra le femmine.
Il disturbo da deficit attentivo può essere classificato in tre forme diverse:
La disattenzione si manifesta come difficoltà a concentrarsi e a mantenere l’attenzione nelle attività che richiedono uno sforzo mentale protratto nel tempo. Il bambino si lascia facilmente distrarre da stimoli esterni e ha difficoltà a prestare attenzione ai particolari. Per questo, compie molti errori.
L’iperattività si manifesta invece come la necessità del bambino di essere sempre in movimento, di passare rapidamente da un’attività ad un’altra e nella difficoltà di dedicarsi ad attività in modo continuativo. Questo fenomeno si manifesta anche quando il bambino svolge attività piacevoli come il gioco.
L’impulsività si manifesta con la difficoltà ad attendere il proprio turno, a rispettare regole e ad essere frequentemente invadente nei confronti sia dei coetanei che degli adulti. Essa è spesso associata al comportamento iperattivo.
Disattenzione, iperattività e impulsività sono i comportamenti chiave che caratterizzano il comportamento di soggetti colpiti da ADHD. I sintomi specifici sono più difficili da elencare e da distinguere.
La maggior parte dei bambini sani è disattenta, iperattiva o impulsiva di tanto in tanto. Ed è normale che i bambini in età prescolare si distraggano facilmente e non siano in grado di concentrarsi troppo a lungo su un’attività.
Anche nei bambini più grandi e negli adolescenti la capacità di concentrarsi dipende spesso dall’interesse che si prova per l’attività che si svolge.
La normale iperattività, impulsività e instabilità attentiva non hanno conseguenze così gravi da inficiare la vita sociale.
Il vero Disturbo da Deficit Attentivo con Iperattività comporta invece conseguenze negative a breve e lungo termine.
Spesso i bambini affetti da ADHD hanno l’esigenza di alzarsi frequentemente e muoversi senza uno scopo o un obiettivo preciso. A questo comportamento è associata una sensazione interna soggettiva di tensione che deve essere scaricata. Questa sensazione diventa predominante in adolescenza o in età adulta, quando si riduce l’iperattività motoria.
Tutti questi sintomi non sono causati da deficit cognitivo.
I soggetti affetti da ADHD presentano infatti un quoziente intellettivo nella norma, ma difficoltà oggettive di autocontrollo di pianificazione.
Affinché possa essere diagnosticato l’ADHD occorre un’osservazione dei sintomi in due situazioni diverse per almeno sei mesi, al fine di valutare se il comportamento sia diverso da quello degli altri bambini della stessa età.
Lo strumento diagnostico principale per porre un sospetto diagnostico fondato è il DSM, Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders.
Si tratta di un questionario in grado di esplorare i sintomi tipici che appartengono ai tre aspetti comportamentali classici dell’ADHD :
L’ottenimento di un alto punteggio pone solo il sospetto della presenza di un ADHD. È quindi necessaria l’attenta visita di uno specialista per definire la diagnosi.
L’ADHD è uno dei problemi di condotta principali della dimensione infantile moderna.
La prevalenza degli ADHD varia in base agli strumenti utilizzati per diagnosticarla e al contesto sociale in cui viene studiata. Nonostante questa variabilità si stima che, quando adeguatamente ricercato, il disturbo mostri una prevalenza attorno al 4%.
Il disturbo è maggiormente rappresentato nel sesso maschile secondo un rapporto che va da 3 a 9 maschi ogni femmina.
Fonti
Agenzia Italiana del Farmaco, www.aifa.it
Torrioli Maria Giulia , Cos’è il Disturbo da Deficit di Attenzione/iperattività: la situazione Italiana, Università Cattolica di Roma.
Istituto Superiore di Sanità, www.old.iss.it.