PSICHE
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Scuola a casa: le lezioni online e la didattica a distanza sono (quasi) ormai parte della routine di bambini, ragazzi… E genitori. Ma cosa accade quando, alla fatica che questa situazione comporta, si aggiunge un Disturbo Specifico dell’Apprendimento? Come il venir meno del contesto scuola e del supporto di insegnanti e tutor influisce sui bambini e ragazzi con DSA. E, soprattutto, cosa possono fare i genitori per sostenerli?
Martina Tramontano, psicologa e psicoterapeuta, ci aiuta a orientarci.
Questo, infatti, specialmente in un periodo in cui sono chiamati a gestire più tempo da soli è l’aspetto più difficile.
Potete innanzi tutto aiutare il bambino a valutare il carico di compiti, le priorità e il tempo necessario, con l’aiuto di semplici domande.
Fatte queste valutazioni, potete costruire un calendario giornaliero o settimanale insieme al bambino.
Per un bambino con DSA, questo lavoro non è automatico. Il bambino ha bisogno di voi per confrontarsi, per poi nel tempo riuscire a fare in autonomia queste valutazioni. Infatti, sapere organizzare il proprio tempo e i compiti da svolgere ha come obiettivo a lungo termine l’autonomia nella gestione del carico scolastico.
È poi importante continuare a valersi di tutti gli strumenti che il bambino utilizza normalmente durante l’anno scolastico. Le mappe, i colori, gli schemi e i video.
Utilizzate mappe e schemi, creati su carta o con software digitali (l’uso dei pc è importantissimo per i bambini con DSA).
La creazione di una mappa prevede delle strategie che potete apprendere e poi suggerire.
Utile anche l’utilizzo di evidenziatori per differenziare i vari elementi.
Potete anche ricercare insieme al bambino video esplicativi di argomenti poco chiari o difficili: questo può facilitare l’apprendimento anche in una maniera più giocosa e attraente.
In questo periodo di emergenza, fate attenzione a non creare confusione o discontinuità rispetto alla quotidianità. Se il bambino era seguito da un tutor, è bene assicurarvi di conoscere le strategie e la modalità di lavoro che utilizzava.
Nel dubbio, è consigliabile contattare il tutor DSA.
Il cambiamento delle abitudini causa in lui difficoltà a livello emotivo. La vostra vicinanza nel momento dei compiti può rassicurarlo e riorientarlo rispetto al cambiamento che sta avvenendo, anche nella didattica.
È importante che abbiate una funzione di guida iniziale, supervisione e che siate presenti se e quando il bambino manifesta una difficoltà particolare.
Attenzione, però, a non sostituitevi totalmente al bambino, altrimenti rischiate di vanificare il percorso di raggiungimento di autonomia fatto fino ad ora a scuola.
Potete sostenere la sua autostima con il rinforzo verbale. Frasi come Bravo, ho visto che ti sei impegnato!, Oggi sei riuscito meglio! sono un aiuto valido!
Le emozioni, l’ambiente domestico ricco di stimoli diversi, e un tempo non definito dedicato ai compiti, non aiutano a mantenere l’attenzione e l’interesse. Anche noi adulti siamo facilmente distratti dalla presenza di tanti stimoli o da un’attività prolungata nel tempo.
In più, se già prima di questa situazione il bambino aveva delle difficoltà a stare attento per lungo tempo, sicuramente la sua fatica a concentrarsi può essere maggiore.
Potete aiutare i bambini con qualche accorgimento pratico.
Una disattenzione e un bisogno irrefrenabile di muoversi particolarmente alti rispetto alla situazione pre-emergenza, potrebbero essere legati alle emozioni del momento che il bambino non riesce a verbalizzare. Provate a parlare della situazione, per capire come il bambino la sta vivendo.
La verbalizzazione delle emozioni aiuta a gestirle!
Per evitare che il bambino costruisca un’idea sbagliata della realtà è importante raccontargli cosa sta accadendo, attraverso un linguaggio semplice che trasmetta sicurezza e fiducia. Iniziate con delle semplici domande, per capire quello che il bambino sa già sul coronavirus, quali informazioni ha compreso e quali no.
Inoltre, è più frequente il confronto con i fratelli, che hanno tempistiche e modalità di studio diversi (generalmente migliori).
Paradossalmente, quindi, il bambino potrebbe accorgersi della sua difficoltà molto di più adesso che è a casa. Questo aumenta la sua consapevolezza di fare fatica e accentua le emozioni negative. Il risultato potrebbe essere una ancora maggiore sensazione di incapacità.
Il miglior modo per attenuare questa difficoltà è assicurarsi che utilizzi tutti gli strumenti compensativi di cui si avvaleva a scuola per riuscire nelle attività scolastiche (software o strategie che lo aiutino a studiare, leggere, etc.).
Aiutatelo a pensare alla sua difficoltà come a una miopia.
Fare fatica a leggere, a scrivere o a fare i conti è come essere miopi, cioè non vedere da lontano. Se una persona è miope, per vedere da lontano mette gli occhiali! E così riesce a vedere come gli altri. Allo stesso modo, se tu se applichi gli strumenti che hai imparato ad usare a scuola (le mappe, la sintesi vocale) riesci a studiare, come tutti gli altri.
Se il bambino era seguito dal tutor, un contatto diretto può aiutare a tranquillizzarlo.