La mania di controllo può in realtà ostacolare il compimento delle attività di una persona. Se il controllo è una strategia di gestione emotiva vantaggiosa, come comportarsi quando diventa ipercontrollo? I consigli della psicologa Laura Ranzini del Centro Medico Vivavoce. 

L’ipercontrollo come strategia

Nella nostra società sempre di più sono le persone che si sentono cariche di impegni, che riferiscono una vita dai ritmi accelerati e con poco tempo da dedicare a se stessi e alle proprie passioni. 

Ma è davvero solo responsabilità del nostro mondo frenetico? 

In parte sicuramente dobbiamo riconoscere che la cultura occidentale si fonda sui valori del successo, su ritmi veloci e sulla produttività, tuttavia, non possiamo attribuire solo a questo uno stile di vita caratterizzato da un’eccessiva importanza al dovere

Quello che sta alla base è il controllo, una strategia di gestione emotiva la quale fintantoché rimane limitata e flessibile può essere estremamente vantaggiosa.  Il controllo infatti permette alle persone di porsi obiettivi e impegnarsi a raggiungerli.

Tuttavia l’ipercontrollo può diventare estremamente faticoso e talvolta anche un ostacolo nel portare a termine le attività con i risultati attesi. 

Da dove viene la mania di controllo?

Tale strategia verosimilmente viene appresa nel contesto di apprendimento familiare. Infatti genitori con aspettative molto elevate potranno trasmettere ai loro figli il messaggio che è importante ottenere buoni risultati ed essere dediti agli impegni presi.

Si può imparare pertanto che ritmi in cui ci si sovraccarica sono normali e che mamma e papà apprezzano il mio impegno e la mia dedizione alle attività, pertanto la strategia appare vantaggiosa e viene interiorizzata. 

Perché ci si sovraccarica di impegni?

Questo avviene quando la persona ha imparato a valutarsi rispetto agli standard raggiunti in aree di vita che valuta come importanti.

Il problema di questa modalità di valutazione di sé è che per la persona ha standard personali molto esigenti. Pertanto, se un obiettivo viene raggiunto si sottovaluta (con un pensiero del tipo “se ci sono riuscito è perché era troppo semplice”) e sostituito da uno più impegnativo.

Ecco quindi che la persona si trova sovraccarica e non si pone dei limiti. 

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Quando diventa dannoso?

Quando ci si valuta sul raggiungimento di alcuni obiettivi, la persona ha molta paura di non riuscire a soddisfare i propri standard personali, ha preoccupazioni ricorrenti e pertanto può verificare spesso se la sua prestazione soddisfa gli standard e si confronta frequentemente con gli altri.

Tuttavia questa strategia di estremo controllo appare prima di tutto estremamente faticosa. Inoltre perde la propria utilità, poiché la prestazione e i risultati appaiono ridotti a causa del lavoro eccessivo e delle aspettative non realistiche. Infatti, caricarsi di impegni con l’idea di portarli tutti a termine è irrealistico, estenuante e demotivante. 

Mania di controllo, che fare?

Fermiamoci a pensare quali sono realmente le nostre aspirazioni e i nostri obiettivi di vita. Possiamo impegnarci per questi adottando però degli standard più flessibili per noi stessi e riducendo il tempo che gli dedichiamo.

Non dobbiamo considerare una perdita tempo il dedicarci ad attività “non produttive”. La nostra vita deve prevedere il giusto bilanciamento tra doveri e piaceri, pertanto alleniamoci a tenere degli spazi vuoti in cui saremo più a contatto con noi stessi e gli nostri stati emotivi.

All’inizio può far paura ma il vuoto che si crea quando lasciamo andare certi impegni può essere una scoperta meravigliosa.  

 

Foto di Startup Stock Photos da Pexels

Laura Ranzini

Laura Ranzini

Psicologa e Psicoterapeuta

Laureata in Psicologia Sperimentale e Neuroscienze Cognitive presso l’Università degli Studi di Pavia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale alla scuola di specializzazione Studi Cognitivi di Milano. È consulente sessuale (titolo A.I.S.P.) ha conseguito il Primary Certificate in Terapia cognitivo comportamentale dei Disturbi dell’alimentazione (CBT-E).

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