VOCE E LINGUAGGIO
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Il linguaggio dei bambini è uno dei temi più sensibili per i genitori. Ritardi, difficoltà, o addirittura mutismo provocano facilmente – e comprensibilmente – preoccupazione e disorientamento.
Quando è necessario intervenire? A chi è bene ricolgersi? Durante il Webinar dello scorso 23 Aprile , Come migliorare il linguaggio del bambino stando a casa, abbiamo raccolto le domande più frequenti dei genitori.
Risponde la Dottoressa Marina Vai, Logopedista.
Il processo evolutivo fisiologico di apprendimento del linguaggio comporta il raggiungimento di alcune tappe a partire dall’anno di vita. Da questo momento è importante osservare un aumento progressivo del vocabolario, un miglioramento nell’articolazione dei suoni e una sempre maggiore capcità di strutturare la frase.
A tre anni, all’inizio della scuola dell’infanzia, il bambino deve avere un inventario fonetico adeguato, deve formulare frasi strutturate e rispondere alle domande dell’adulto in modo corretto.
Se questo non avviene, è consigliabile rivolgersi ad un centro di Neuropsichiatria Infantile.
E’ il Neuropsichiatra infantile il medico che può fare un’anamnesi corretta.
Egli effettua l’esame neurologico, prescrive accertamenti diagnostici, indica le valutazioni logopediche e psicomotorie da fare, e insieme a un’equipe di professionisti formula la diagnosi.
Generalmente a 4 mesi un bambino inizia il vocalizzo.
A 8 il bubbling o lallazione, che consiste nella ripetizione di più sillabe. Più il bubbling è variato più il bambino avrà una facilità articolatoria futura.
A 12 mesi iniziano le prime parole. All’età 20 mesi un bambino utilizza in media 50 parole e formula le prime frasi contratte (due parole per una frase intera senza verbo.
Le prime frasi compaiono tra i 24 e i 30 mesi. E a 3 anni la frase dovrebbe essere completa.
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Se il bambino non pronuncia alcuni suoni, ne inverte altri e/o li sostituisce è consigliabile rivolgersi a un Neuropsichiatra Infantile, già a partire dai 3 anni.
Il bambino potrebbe infatti presentare un disturbo specifico nella capacità di co-articolare i suoni del linguaggio.
Alle volte, solo i fonemi /sta/ /spa/ /sca/ /r/ /cia/ e /gia/ tardano a comparire nell’articolazione del bambino .
Non sottovalutiamo, poi, il fatto che un linguaggio poco intelleggibile, potrebbe provocare nel bambino delle difficoltà comunicative che provocano frustrazione edisagio.
Il ciuccio impedisce l’allenamento della muscolatura orofacciale, impedisce la corretta posizione della lingua nell’articolazione dei suoni del linguaggio (foni) , può creare palato ogivale, morso aperto e deglutizione disfunzionale.
Se non si elimina, il bambino avrà bisogno presto di un intervento ortodontico e logopedico che corregga punto e modo di articolazione dei foni alterati.
Il bambino che utilizza il dito stimola il recettore palatino che è posto dietro la papilla interincisiva dell’arcata superiore. Questo recettore chiamato spot palatino invia stimolazioni importanti al cervello.
Bisogna dunque sostituire questa stimolazione con esercizi che vadano a stimolare lo spot palatino e togliere piano piano l’uso del dito.
Ci sono bambini intelligenti che hanno un disturbo di comprensione che va valutato il prima possibile da un Neuropsichiatra infantile, anche per escludere difficoltà reali di interazione e comunicazione.
Solitamente il disturbo di comprensione si accompagna ad altre difficoltà di linguaggio che vanno prese in esame.
Si possono utilizzare libretti con favole o racconti purchè siano molto figurati, raccontando con enfasi ogni figura e successivamente far raccontare al bambino.
In alternativa, è possibile utilizzare anche video molto brevi, audiolibri, o cartoni, purché si guardino e coommentino insieme.
È importante enfatizzare quanto accade, raccontate insieme al bambino quanto fatto durante la giornata impostandolo come un gioco.
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I ritardi di linguaggio possono provocare in seguito delle difficoltà di letto-scrittura.
Conviene quindi muoversi molto prima dell’ingresso in scuola primaria. Al limite, è possibile fare un primo consulto con una logopedista di comprovata esperienza che possa fare una prima valutazione, dare delle indicazioni e inviare dalla Neuropsichiatra Infantile.
Questo può dare una conferma del ritardo, tranquillizzare i genitori ed indirizzare nel miglior modo possibile.
C’è la possibilità di mettersi in lista d’attesa nel pubblico ed intanto rivolgersi a centri di Neuropsichiatria Infantile privati.
È sempre possibile possibile rivolgersi alla logopedista, ma è importante avere la consapevolezza che il suo intervento non è esaustivo.
Per essere sicuri del professionista al quale ci si rivolge è possibile consultare il sito della FLI (Federazione Logopedisti Italiani) oppure al nuovo Albo. I Logopedisti ed i Neuropsicomotricisti devono essere assolutamente iscritti all’Albo che è stato istituito nel 2018 per le professioni sanitarie.
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