L’inserimento al nido o alla scuola d’infanzia è un momento molto importante per un bambino e per un genitore è fondamentale capire questo passaggio. I consigli di Irene Chiesa, psicologa dell’età evolutiva. 

L’inserimento al nido o alla scuola d’infanzia

I primi cinque anni di vita rappresentano una continua scoperta per un bambino: persone, luoghi, oggetti, attività e un ventaglio di nuove esperienze.

Il passaggio dall’ambiente familiare alla scuola può essere una conquista ma rappresenta anche una sfida per il bambino che deve affrontarlo. Essere in nuovo ambiente comporta il dover condividere con il gruppo degli altri bambini gli spazi, le attività e i giochi ma soprattutto l’attenzione e la cura dell’adulto di riferimento. Il bambino deve imparare a far coesistere i due mondi in cui vive, la casa e la scuola. Questa è una sfida per lui, per i suoi genitori e per gli adulti che si prendono cura di lui.

Questo passaggio può comportare che il bambino abbia bisogno di tempo per potersi inserire nel nuovo ambiente e separarsi dal genitore, anche solo per alcune ore. È un’esperienza intensa sia per il bambino che per i genitori,  i quali devono fare il passo di affidare il bambino alle cure di altri adulti.

Un buon inserimento

Oggi siamo consapevoli dell’importanza delle prime esperienze nella costruzione della persona.  È inevitabile perciò che ci sia una certa attenzione e preoccupazione riguardo a chi si prende cura dei bambini.

È fondamentale l’esperienza che il bambino possa trovare una persona con cui creare un “legame speciale”, in continuità con l’esperienza di cura dei suoi legami primari. Alcuni bambini hanno più bisogno di altri di un oggetto concreto che ricordi “casa”. Altri hanno la necessità di poter raccontare le esperienze quotidiane che fanno in famiglia, creando così un nesso tra casa e scuola.

Il bambino ha bisogno di una figura presente che sia disponibile a prendersi cura anche della sua esperienza di separazione, quando viene inserito a scuola, essendo aiutato a gestire l’assenza dei genitori. Ci sono diversi modi che possono essere suggeriti dall’osservazione attenta del bambino. Per esempio lasciando spazio perché possa nominare la mamma e il papà e utilizzando anche oggetti concreti che ricordino la casa e la famiglia.

Un passaggio delicato per il bambino

Il bambino non è infatti chiamato ad affrontare questo passaggio da solo, facendo affidamento unicamente alle sue risorse. Se accompagnato in questo passaggio delicato, saprà poi maggiormente godere dell’esperienza di essere in un ambiente ricco di esperienze positive e di opportunità per la sua crescita.

Il bambino ha bisogno di crescere, di conoscere, quindi di separarsi, di fare esperienze soggettive. Tuttavia il senso di appartenenza ai suoi legami primari deve essere sostenuto, così come la possibilità di fare esperienza di potersi riunire alla la fine di una giornata quando il genitore torna per prendere il bambino da scuola, potendo anche comunicare che si è sentita la mancanza.

L’esempio de I tre piccoli Gufi

La separazione può avere significati diversi a seconda dell’età e dei momenti di crescita dei bambini. Come si vede bene – per esempio – nella storia de I tre piccoli Gufi, dove ogni piccolo reagisce a suo modo all’assenza della mamma, esprimendolo in modo diverso. Nella storia i tre piccoli gufi si ritrovano da soli ad aspettare che Mamma Gufo ritorni a casa. Ognuno farà fronte alle sue risorse personali per fronteggiare la preoccupazione o lo smarrimento che ne può derivare.

Tuttavia a differenza dei personaggi del racconto, i bambini possono essere accompagnati da adulti che decidono di sostenerli in questo passaggio di crescita. Nell’esperienza dell’inserimento, anche un semplice rito di saluto, con cui sia il genitore che il bambino sono a loro agio, può aiutare nell’affrontare la fatica per la separazione, vivendo positivamente la possibilità di salutarsi.

I cambiamenti possono essere complessi ma sono passaggi fondamentali per la crescita di un bambino. Durante le attività quotidiane, sia a scuola che a casa, dare spazio affinché il bambino giochi in modo spontaneo, può inoltre aiutare a trovare il modo di comunicare che esperienza sta facendo dell’inserimento.

La relazione tra scuola e famiglia è ciò che influenza profondamente l’esperienza del bambino nel suo percorso di crescita nel contesto educativo.

Per approfondire: Come il gioco promuove la regolazione emotiva nei bambini

Consigli per accompagnare l’inserimento del bambino

Nel delicato momento dell’inizio di questo percorso, ciò che sostiene è la comunicazione tra i genitori e gli insegnanti che stabilisce una condivisione di una modalità di inserimento pensata per il bambino:

  • Può essere d’aiuto pensare insieme alla modalità in cui possa avvenire il saluto tra i genitori e il bambino, per preparare e supportare in modo sensibile e con cura  il bambino nel momento del distacco. È importante che il bambino familiarizzi con l’ambiente prima di separarsi dai genitori, e seppur faticoso, il saluto può rendere la situazione più chiara e comprensibile per il bambino
  • L’inserimento è l’inizio di una conoscenza reciproca tra la famiglia e le figure di riferimento a scuola. Potrebbe aiutare condividere la decisione su chi accompagnerà il bambino durante l’inserimento, quali saranno i tempi e le modalità specifiche da adattare alle esigenze del bambino.
  • Per i genitori conoscere gli ambienti della scuola e le persone che si occuperanno della cura del bambino e per gli insegnanti conoscere le abitudini familiari del bambino, può facilitare il senso di continuità nell’esperienza del bambino.
  • Crea partecipazione all’esperienza del bambino a scuola, fare in modo che ci sia una comunicazione completa ed accurata, come per esempio il racconto della giornata all’uscita del bambino, o momenti di incontro tra genitori e insegnanti. La cura  è fatta di attenzione a tutti gli aspetti del bambino (per esempio come mangia, dorme, gioca, impara, e si relaziona…) e una collaborazione tra scuola e famiglia nella cura e nell’educazione promuove una relazione autentica di fiducia.
  • È importante che la condivisione riguardi anche come gestire insieme eventuali difficoltà che il bambino o i genitori potrebbero affrontare durante l’inserimento, per favorire l’esperienza per il bambino di essere all’interno di legami positivi.

 

Bibliografia

Davids Jennifer, The nursery aged child, Londra, Karnac Books (2010)

Emanuel, Louise, Understanding Your Three-Year-Old, Londra, Jessica Kingsley Publishers (2005)

Waddel Martin, Benson Patrick, I tre piccoli gufi, Milano, Mondadori (2015)

Irene Chiesa

Irene Chiesa

Psicologa dell'Età Evolutiva

Formata secondo il modello Tavistock dell’ Infant Observation, lavora nell’ambito della formazione e consulenza per servizi educativi e in servizi a supporto dei legami familiari, in particolare nell'ambito dell'adozione e della prima infanzia. A Londra ha lavorato in un centro educativo e ha collaborato come Assistant Therapist in un progetto della Tavistock Clinic nelle scuole primarie. Attualmente si occupa anche di interventi a sostegno di bambini con difficoltà emotive, cognitive e comportamentali.

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