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Quali effetti provoca lo stress sul nostro fisico? Come funziona il sistema nervoso simpatico e in che modo va a influenzare l’apparato muscolo-scheletrico? Con Mauro Monesi, fisioterapista del Centro Medico Vivavoce, capiamo perché il suo coinvolgimento è essenziale per permettere al nostro organismo di adattarsi alle varie condizioni esterne.
Ogni situazione, reale o potenziale, che il nostro organismo interpreta come una minaccia elicita una risposta di stress che coinvolge in prima battuta il sistema nervoso simpatico attraverso l’asse simpato-adreno-midollare (SAM).
Condizioni muscoloscheletriche in cui il dolore permane nel tempo, insieme a condizioni caratterizzate da un contesto psico-sociale non ottimale come disturbi di ansia, depressione, tendenza alla catastrofizzazione, kinesiofobia, si caratterizzano con un’attivazione prolungata e cronica del sistema simpatico.
Il coinvolgimento simpatico e una sua iperattivazione contribuiscono al mantenimento e al perdurare del quadro clinico. Il meccanismo di azione simpatica sui tessuti è stato ben descritto in letteratura. Esso esercita infatti, un’influenza sul sistema cardiocircolatorio, sulla contrattilità muscolare, sulla propriocezione e sul dolore stesso. Queste reazioni sono essenziali per adattare l’organismo in modo efficiente al variare delle condizioni dell’ambiente circostante per mantenere l’omeostasi e, quando esiste un reale pericolo, per la sopravvivenza.
L’attivazione simpatica determina una vasocostrizione delle arteriole in tutti i tessuti periferici, in particolare nei muscoli. Questo porta a una riduzione dell’apporto ematico locale e quindi di ossigeno. Il giusto afflusso ematico garantisce il necessario apporto energetico mediante la produzione di una molecola che si chiama ATP.
Quando questo equilibrio viene meno non è più garantito il giusto contributo ematico, il muscolo va in crisi energetica, e non riesce più a eliminare i cataboliti, azione determinata dal flusso sanguigno.
I muscoli vanno così in deficit di ossigeno. Vengono così prodotti radicali liberi che determinano uno stress ossidativo responsabile dell’infiammazione da esercizio fisico, del dolore cronico e, nel tempo, anche di una progressiva modificazione del tessuto connettivo e del muscolo.
La presenza di catecolamine in circolo determina un aumento della forza e della resistenza delle fibre muscolari a contrazione veloce e una diminuzione della forza e della resistenza delle fibre a contrazione lenta, prevalenti nei muscoli che garantiscono il mantenimento della postura (muscoli antigravitari).
In caso di stress e di iperattivazione simpatica, per garantire le capacità posturali dei muscoli antigravitari la frequenza di scarica dei motoneuroni verso queste fibre dovrà quindi aumentare. Inoltre, in ogni gesto o azione le unità motorie composte da fibre lente sono le prime a essere reclutate. In attività a bassa intensità o che prevedono movimenti ripetitivi, queste fibre rimangono attive a lungo senza avere modo di ripristinare le risorse energetiche. Di conseguenza vanno in crisi energetica, progressivamente degenerano e non rispondono più in maniera ottimale. Il dato clinico riscontrabile è un aumento della affaticabilità dei muscoli antigravitari e una riduzione delle performances motorie e posturali.
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Il sistema nervoso simpatico ha un’influenza sulla frequenza di scarica delle afferenze che provengono dai fusi neuromuscolari, con una riduzione della capacità dei fusi di riconoscere cambiamenti di lunghezza del muscolo, il senso di posizione e quindi della capacità del corpo di attuare gli aggiustamenti posturali necessari per il mantenimento della stazione eretta.
La ridotta qualità delle afferenze propriocettive ha una ricaduta sui movimenti fini e sulla loro precisione. Comporta inoltre una riorganizzazione delle strategie motorie che consiste anche nell’utilizzo di muscoli accessori per il mantenimento della stabilità articolare. Tali muscoli però non sono adatti al mantenimento di contrazioni statiche e prolungate nel tempo quindi vanno incontro a condizioni di sofferenza e mialgia.
Le terminazioni nervose nocicettive esprimono sulla loro superficie recettori di tipo adrenergico; in condizioni di allarme il rilascio di noradrenalina da parte delle fibre efferenti simpatiche facilita l’attivazione di queste terminazioni. Inoltre, la presenza di catecolamine nella circolazione sanguigna ha un effetto anche sui nervi facilitando la formazione di potenziali d’azione assonali e quindi dolore spontaneo (attivazione ectopica). L’effetto della stimolazione simpatica si manifesta sotto forma di dolore se esistono condizioni favorenti come un trauma, un processo infiammatorio in atto o qualunque forma di sensibilizzazione della trasmissione nocicettiva. Questo tipo di dolore, mantenuto dall’azione delle fibre efferenti di tipo simpatico e dalle catecolamine in circolo, viene definito dolore simpatico riflesso o simpatico mantenuto (SMP).
La perfezione del corpo umano nel rispondere prontamente ad una minaccia può tramutarsi quindi in un’arma a doppio taglio qualora il nostro sistema nervoso non sia più in grado di spegnere questa risposta. Essa stessa, fisiologica e funzionale, se mantenuta nel tempo, risulterà maladattativa e direttamente responsabile dello svilupparsi di disturbi di vario tipo.
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