Logopedista e ortodontista lavorano insieme per correggere malocclusioni e deglutizione atipica, come spiega Marina Vai del Centro Medico Vivavoce. Come si arriva a una diagnosi e in cosa consiste la rieducazione logopedica.

Deglutizione atipica e intervento logopedico

Morso aperto, aumento di overjet (spostamento dell’arcata superiore in avanti), overbite (distanziamento in verticale tra le due arcate mascellare e mandibolare), morso crociato mono laterale o bilaterale, incompetenza labiale: sono alcune tra le malocclusioni che possono essere rilevate nei bambini.

In caso di occlusione alterata, il medico odontoiatra può inviare il piccolo paziente (generalmente tra i sette e gli otto anni) a un logopedista, per correggere la deglutizione atipica (o disfunzionale)

Si parla di deglutizione atipica (o disfunzionale) quando la deglutizione della saliva, dei liquidi e del cibo avviene in modo alterato con spinta della lingua contro le due arcate mascellare e mandibolare, creando delle alterazioni di vario grado nell’occlusione dentaria. Ne conseguono inoltre disfunzioni a livello della respirazione, della postura e del linguaggio.

La necessità di un logopedista può anche essere individuata grazie a diagnosi precedenti da parte di un:

  • Dentista che può individuare una sospetta deglutizione disfunzionale, o individua un morso aperto e sospetta una postura della lingua bassa (solitamente chi ha deglutizione disfunzionale ha anche una postura della lingua bassa);
  • Otorinolaringoiatra, che può individuare un’occlusione alterata delle due arcate o nota una respirazione orale.

Deglutizione e logopedia, la diagnosi

Una volta ricevuto il paziente, il logopedista esegue un’anamnesi familiare e personale accurata. È importante sapere ad esempio tempi e modi di allattamento al seno, utilizzo del biberon, del succhiotto, abitudini orali viziate quali succhiamento del dito, onicofagia.

L’allattamento al seno di fatto comporta un movimento dei muscoli delle labbra, dei masseteri e dei temporali che da subito li rende tonici. Il bambino non riuscirebbe ad alimentarsi altrimenti. Questa “ginnastica” favorisce lo sviluppo delle strutture ossee e viceversa. Lo sviluppo è dato dalle funzioni che a loro volta sono influenzate dall’anatomia delle ossa. L’uso del biberon non comporta lo stesso sforzo e lo stesso allenamento. Inoltre se la tettarella è troppo lunga può determinare delle alterazioni delle ossa delle arcate.

Stessa importanza riveste la conoscenza da parte del professionista di tempi e modi dello svezzamento, abitudini alimentari, eventuali difficoltà masticatorie.

Cosa segnalare al logopedista

Va segnalato anche l’utilizzo del ciuccio, del biberon oltre i due anni e delle abitudini viziate quali il succhiamento del dito, l’onicofagia (il mangiarsi le unghie), la lapisfagia (mordere le matite e le biro), la suzione del labbro inferiore, la postura scorretta durante il sonno (ad esempio dormire con mano appoggiata sulla guancia). Queste situazioni creano squilibri nella crescita ossea e alterano il morso.

È necessario inoltre annotare le malattie già contratte dal paziente ed eventuali patologie, in particolar modo malattie respiratorie, otiti ricorrenti, ma anche gli esiti di visite otorino, allergologiche, oculistiche.

Il logopedista valuterà:

  • il tono di tutta la muscolatura oro-facciale, in particolar modo della lingua
  • le prassie bucco-linguo-facciali su imitazione ed a richiesta
  • la deglutizione della saliva, dell’acqua e del cibo a labbra aperte e chiuse.
  • la lunghezza del frenulo mascellare e linguale.
  • la presenza di dismorfismi ed asimmetrie del volto
  • la presenza di dislalie (suoni articolatori del linguaggio alterati)
  • la respirazione
  • la postura in piedi e da seduto

Il professionista spiegherà al paziente e ai familiari quanto rilevato così da renderli consapevoli delle disfunzioni analizzate. Poi contatterà l’odontoiatra. I tempi di intervento potranno essere contemporanei, anteriori (almeno in un primo momento) o posteriori all’intervento odontoiatrico.

Nel caso fosse necessario consigliare una visita otorino, osteopatica, ortottica o optometrista, è importante interpellare il medico di base.

Come procedere con la rieducazione logopedica

La rieducazione logopedica comporta inizialmente una decina di sedute e dei controlli mensili per un tempo minimo di 12 mesi. Gli esercizi vanno ripresi a domicilio tutti i giorni fino all’automatizzazione della deglutizione corretta.

Qualora presenti, le dislalie vanno corrette se sono conseguenti ad una spinta della lingua sulle arcate superiori o inferiori oppure a una spinta tra le due arcate lateralmente. A volte conviene aspettare l’intervento ortodontico poiché potrebbe essere più facile impostare in modo corretto i suoni alterati una volta raggiunta un’occlusione corretta.

Sotto i 7 anni ci possono essere bambini che hanno tutte le disfunzioni sopraelencate e per i quali sarà difficile correggere la deglutizioni. Si possono tuttavia effettuare comunque degli interventi volti a migliorare la tonicità dei muscoli oro-facciali, le prassie, la respirazione nasale.

Anche questi bambini possono trarre giovamento da piccoli apparecchi funzionali che correggono le disfunzioni nelle occlusioni, agiscono sulla muscolatura, portano la lingua in alto sullo spot palatino permettendo la stimolazione, eliminano i vizi orali che spesso sono causati dalla necessità di andare a stimolare lo spot palatino.

Lo spot palatino è un punto dietro la papilla interincisiva superiore che è innervato da terminazioni nervose che trasportano impulsi al locus coerulus, produttore di neuroadrenalina indispensabile per il buon funzionamento di tutto il sistema nervoso.

Molti odontoiatri condividono questo approccio e sanno che un intervento precoce ortodontico non può che giovare al bambino e al suo sviluppo armonico della bocca e di tutto il sistema scheletrico muscolare.

Cosa rischia il bambino se non mi rivolgo ad uno specialista?

  • Permangono dei difetti articolatori (dislalie), quindi i suoni vengono pronunciati male;
  • Si mantiene o peggiora il morso aperto, che causa anche difficoltà masticatoria;
  • Permane una respirazione scorretta
  • Irrequietezza, affaticamento e a volte iperattività nel bambino (sintomi secondari), perché il bambino riposa male.

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Marina Vai

Marina Vai

Logopedista

Logopedista, lavora da 40 anni nella diagnosi e riabilitazione dei disturbi del Linguaggio, dell'Apprendimento, della Deglutizione e del Bambino Ipoacusico.

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