PSICHE
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Può capitare di rinunciare a conoscere qualcuno per paura del rifiuto, come pure affrontare un contesto nuovo e aver paura di essere criticato negativamente. Quando però la paura di essere rifiutati diventa un problema?
Tutti abbiamo paura di essere rifiutati e – fin da piccoli – ci confrontiamo con questa spiacevole situazione. Per esempio: un bambino che non voleva giocare con noi, un ragazzo o una ragazza che non ricambiava il nostro interesse oppure un collega che non risponde positivamente ai nostri tentativi di socializzazione.
La paura del rifiuto può essere più acuta in alcune persone rispetto ad altre. Essa si manifesta come una costante preoccupazione del rifiuto e, di conseguenza, in una iper-attenzione a segnali sociali in questa direzione e in forti reazioni emotive nel caso l’evento accada.
È normale aver paura di essere criticati e giudicati negativamente dall’altro. Il fatto che la socialità è parte integrante dell’uomo spiega la nostra sensibilità al rifiuto.
Questo timore diventa un problema quando è intenso, pervasivo e indipendentemente dai dati di realtà, cioè quando non vi sono prove effettive di tale pericolo. In tal caso, si possono presentare stati emotivi intensi, solitamente ansia o vergogna, che influenzano il proprio comportamento.
Vi è il rischio che, nel tentativo di gestire le emozioni, vengano messi in atto comportamenti disfunzionali che alimentano il timore. Per esempio, a seguito di una forte paura, evitare di entrare in relazione o, al contrario, ricercare in maniera eccessiva l’attenzione dell’altro potrebbe favorire il suo allontanamento confermando la paura del rifiuto. Anche iper-vigilare sui segnali sociali potrebbe far interpretare in maniera errata le espressioni facciali, i gesti o i commenti dell’altro aumentando la sensazione di rifiuto.
Per approfondire: Il disturbo d’ansia sociale nei giovani
Prova a leggere e seguire queste indicazioni:
Downey, G., & Feldman, S. (1996), Implications of rejection sensitivity for intimate relationships. Journal Of Personality And Social Psychology, 70(6), 1327-1343. doi: 10.1037//0022-3514.70.6.1327