Mio figlio non parla bene. Devo rivolgermi a uno specialista? Chi è il logopedista e che tipo di patologie tratta? Cosa potrei fare per favorire il linguaggio in mio figlio ancora piccolo? Sono alcune delle domande che ci rivolgono i genitori.
Che cos’è la logopedia?
La logopedia è una branca della medicina e si occupa dei disturbi del linguaggio e della comunicazione. Non solo in età evolutiva, ma anche in età adulta e perfino geriatrica, quando può essere causata da problemi collaterali. Nei bambini è soprattutto legata ai diversi gradi di impedimento o ritardo nel linguaggio, nell’apprendimento (lettura, scrittura, calcolo), i semplici disagi legati alla deglutizione o i disturbi complessi come una disfagia.
Chi è il logopedista?
Il logopedista è una figura professionale specializzata riabilitativa. Tratta tutte le patologie che hanno a che fare con i disturbi della comunicazione e/o del
linguaggio.
Opera in modo autonomo nel suo ambito di competenza, in équipe con altri specialisti, ma non può fare diagnosi. Per questa, i genitori si devono rivolgere sempre a un medico: neuropsichiatra infantile, ortodontista, otorinolaringoiatra, foniatra.
Il logopedista interviene poi sulla rieducazione.
La sua attività è infatti legata alla educazione o rieducazione dei diversi disturbi di carattere linguistico-cognitivo: ritardi nello sviluppo del linguaggio, anomalie nell’articolazione della voce, disturbi fonologici, della fluenza verbale, dell’apprendimento, dell’attenzione, patologie cerabrali o neurologiche, sordità sensoriali disfonia, disartria e, in alcuni casi, anche autismo.
Perchè un genitore si rivolge a un logopedista?
Nella maggior parte dei casi perchè da un’osservazione e confronto con gli altri bambini, si accorge di un ritardo o di una difficoltà del proprio bambino nel parlare: parla male, poco o per niente.
Nessun allarme, ma è sempre bene osservare e, in presenza di reali difficoltà – ad esempio, assenza di lallazione, vocabolario sotto le 50 parole a 24 mesi, ritardo nella combinazione gesto-parola, ritardo nella comprensione di consegne semplici date al bambino – ricorrere a uno specialista che può avvalersi di test specifici che consentono di verificare l’esistenza o meno di un disturbo.
Un’altra situazione in cui il genitore può rivolgersi al logopedista è quando ci sono problemi di fluenza: rotture, blocchi, ripetizioni, pause eccessive che impediscono una normale fluidità nel discorso. Potrebbe trattarsi di
balbuzie, ma essendo questo un disturbo cognitivo complesso, necessita di una valutazione multidisciplinare.

Cosa puoi fare tu per sostenere il linguaggio nei più piccoli?
C’è qualcosa che è possibile fare fin da quando i bambini sono molto piccoli per stimolare il linguaggio.
- raccontare – parlare con calma e costantemente delle diverse azioni del quotidiano, narrare ciò che si sta facendo, dare un nome agli oggetti, possono essere attività di grande supporto per favorire lo sviluppo del linguaggio
- fare domande e attendere pazientemente la risposta, anche solo un tentativo o uno sforzo per parlare o esprimersi
- evitare di utilizzare un linguaggio inappropriato per abbreviare o storpiare le parole
- utilizzare melodie ed espressioni facciali quando parlate al bambino per interessarlo all’atto del parlare
- leggere, leggere, leggere – più leggiamo ai nostri piccoli, più li esponiamo a una varietà linguistica che porteranno nella loro memoria per il futuro.