Diversi studi hanno indagato l’impatto della balbuzie sul lavoro e sulla carriera di chi ne soffre. Una recente ricerca è andata più a fondo, analizzando la questione del punto di vista dello stipendio. Ecco i risultati dell’indagine condotta dai ricercatori statunitensi su balbuzie e reddito. 

Balbuzie e mondo del lavoro

La balbuzie è un problema che condiziona la vita dell’1% della popolazione mondiale in forma più o meno grave. Questa difficoltà comunicativa porta con sé numerose implicazioni, che si riversano nelle relazioni personali di chi ne soffre ma anche nell’ambito lavorativo.

Una ricerca uscita nel 2018 sulla rivista scientifica statunitense Journal of Speech, Language and Hearing Research analizza la relazione tra la condizione del balbuziente e i suoi risultati lavorativi, in particolare per quanto riguarda il reddito percepito.

Negli Stati Uniti più del 90% dei lavori richiedono in misura diversa delle capacità comunicative. Per questo gli autori dello studio hanno trovato interessante riscontrare il rapporto tra l’uno e l’altro fattore.

C’è una relazione tra balbuzie e reddito?

Lo studio si è avvalso di un campione di circa 14.000 questionari ottenuti dal National Longitudinal Study of Adolescent to Adult Health che in 14 anni ha completato 4 cicli di questionari sulla balbuzie.

Le risposte sono state suddivise per sesso. Ciò ha permesso di distinguere tra l’esperienza unica di uomini e donne balbuzienti ed evitare che la variabile di genere potesse confondere i risultati. Infine, gli autori hanno confrontato i risultati di balbuzienti e non.

Studi simili risultano già pubblicati negli Stati Uniti, ma questo si può considerare come la prima indagine quantitativa delle relazioni tra balbuzie e mercato del lavoro in quel Paese.

L’approccio statistico conferisce alla ricerca una certa affidabilità che lo distacca dalle precedenti. Gli autori hanno infatti usato la tecnica dell’analisi di regressione per quantificare i risultati e il punteggio di propensione per accrescere l’accuratezza dell’analisi dei dati.

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Obiettivo dello studio è stato rispondere a queste domande:

  • Ci sono differenze tra i risultati del mercato del lavoro (guadagni, occupazione, partecipazione della forza lavoro, sottoccupazione, ricezione di assistenza pubblica) tra uomini/donne balbuzienti e non balbuzienti?
  • Se esiste una differenza significativa nel guadagno associato con balbuzie di maschi e/o donne, quali fattori (ad es. demografia, istruzione, tipo di occupazione, stigma) contribuiscono alla differenza e in quale misura?

Balbuzie e reddito, i risultati di uno studio americano

I risultati della ricerca mostrano come le persone balbuzienti siano svantaggiate anche in minima misura rispetto alle persone non balbuzienti per quanto riguarda il guadagno annuale.

In media, i maschi non balbuzienti hanno guadagnato circa $42.100 all’anno rispetto ai balbuzienti, fermi a $33.600. Seguendo lo stesso modello, le donne che non balbettano hanno guadagnato circa $29.300 all’anno, le balbuzienti invece ne hanno guadagnati $19.100.

Diverse sono le motivazioni associate alla differenza di guadagno tra balbuzienti e non balbuzienti. Per gli uomini il 33% della differenza di guadagno scaturisce dalla tipologia di occupazione. Da questo ne deriva, secondo lo studio, che i balbuzienti tendono a seguire una carriera meno retributiva. Il 17% della differenza invece, viene attribuita a un problema di autostima.

Per quanto riguarda le donne, il 20% della differenza di guadagno risulta attribuita a un livello di istruzione inferiore. Tale dato lascia a intendere che le donne balbuzienti tendano a scegliere percorsi meno impegnativi. Il 12% della differenza si associa ancora una volta alla tipologia di occupazione.

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Sia per gli uomini che per le donne una percentuale della differenza di guadagno è considerata «unexplained», cioè non giustificata da nessuna delle motivazioni prese in analisi.

Le donne si trovano rispetto agli uomini in una posizione di svantaggio a prescindere dalla balbuzie. Esse sono vittime, dicono gli autori dello studio, di una doppia discriminazione.

In conclusione, la balbuzie rappresenta una variabile penalizzante in ambito lavorativo. Questo non per forza per una scelta di mercato ma soprattutto anche perché diretta conseguenza delle scelte dei balbuzienti che tendono a limitarsi nella scelta dei loro percorsi di studio o di professione a causa di una bassa considerazione personale.

A cura di Michela Ria (Università Cattolica del Sacro Cuore)

Fonte:

Gerlach, H., Totty, E., Subramanian, A. & Zebrowski, P. (2018). Stuttering and the labor market outcomes in the United States. Journal of Speech, Language and Hearing Research, 61, 1649-1663.

Foto di Breakingpic da Pexels

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