VOCE E LINGUAGGIO
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Cosa si intende per afasia e come questo disturbo del linguaggio si manifesta nell’infanzia e nell’età evolutiva. A cura di Stefania Liberti, logopedista.
L’afasia è un disturbo acquisito del linguaggio causato da lesioni delle aree cerebrali coinvolte nell’elaborazione di aspetti diversi delle funzioni linguistiche. Può interessare tutti i livelli della competenza linguistica sia in produzione che in comprensione, nel linguaggio orale come in quello scritto.
Nell’afasia pediatrica rientrano soggetti di età compresa tra 0-18 anni: i vari quadri clinici si differenziano ampiamente per la natura del deficit e il grado di sviluppo linguistico all’età di insorgenza.
Tuttavia, riguardo l’età d’insorgenza, si ritiene che per poter parlare di afasia in età evolutiva, lo sviluppo precedente del linguaggio debba aver raggiunto un sufficiente grado di organizzazione. Diversi autori fissano tale livello alla comparsa delle prime forme di organizzazione sintattica e quindi all’età di circa 2 anni di vita. Dunque, deficit di linguaggio emersi in seguito a un danno neurologico dopo tale età verrebbero definiti “afasie acquisite”, mentre simili deficit occorsi prima dei 24 mesi verrebbero definiti “disfasie congenite”.
Le cause alla base dell’insorgenza del disturbo afasico sono numerose e anche molto differenti tra loro, analoghe a quelle dell’adulto.
Le cause più frequenti sono disturbi cerebrovascolari, traumi cranio-encefalici, cause iatrogene, quadri infettivi encefalici e quadri neoplastici.
I dati relativi all’epidemiologia di tale disturbo sono scarsi: la letteratura riporta una prevalenza del 20-30% di soggetti afasici nella popolazione pediatrica affetta da ictus, percentuale comparabile a popolazioni analoghe in età adulta.
Una prima importante classificazione dell’afasia è basata sulla fluenza dell’eloquio, contrapponendo eloquio fluente e non fluente.
Nelle afasie fluenti l’eloquio è abbondante, talvolta logorroico, la prosodia è preservata, le frasi sono lunghe e sintatticamente complesse, con frequenti errori di concordanza o sostituzioni di parole grammaticali.
Sul piano qualitativo la produzione è caratterizzata da frequenti:
Tali errori possono esitare in quello che viene definito eloquio gergale, caratterizzato da una sequenza di parole inesistenti (gergo neologistico) o da una serie di parole reali combinate a formare frasi prive di significato (gergo semantico). Questi fenomeni, se particolarmente marcati, rendono l’eloquio difficilmente comprensibile all’interlocutore, riducendo l’efficacia comunicativa del paziente.
L’afasia non fluente è caratterizzata da agrammatismo o aprassia verbale. L’eloquio è tipicamente scarso, telegrafico, privo di intonazione, le frasi sono brevi, la struttura sintattica è semplificata e sono presenti difficoltà articolatorie o inerzia verbale. Nel caso in cui i segni articolatori o agrammatici non siano presenti, l’attenzione è posta sulla quantità dell’eloquio, ridotta rispetto a una normale produzione.
Le forme afasiche non fluenti comprendono:
Vi è anche un approccio funzionale al disturbo afasico che ha l’obiettivo di individuare la sede funzionale della danno, ovvero la sottocomponente della competenza linguistica danneggiata (fonologia, semantica, lessico e morfosintassi) e che assume fondamentale importanza nel definire un programma riabilitativo mirato alle caratteristiche del deficit.
A seconda della sede e dell’estensione della lesione cerebrale acquisita, i bambini possono manifestare deficit linguistici di varia natura analoghi a quelli che possono essere osservati nell’adulto.
A seguito della fase acuta, possono persistere i sintomi tipici dell’afasia non fluente quali anomie, eloquio telegrafico e difficoltà articolatorie. Possono manifestarsi anche sintomi che caratterizzato l’eloquio fluente quali logorrea, parafasie, gergo semantico o fonologico.
La figura responsabile della definizione diagnostica è il neurologo o neurologo pediatrico. Il processo diagnostico prevede la valutazione linguistico– comunicativa, inserita in una valutazione completa delle funzioni cognitive ed associata alla fondamentale valutazione strumentale delle lesioni cerebrali attraverso esame TC o RMN.
Relativamente alla valutazione delle abilità linguistiche l’obiettivo è la valutazione completa dei diversi livelli linguistici.
In lingua italiana non è disponibile uno strumento specifico. Pertanto per la valutazione dell’afasia possono essere utilizzati test e batterie standard utilizzate per la valutazione dell’afasia in età adulta, o test di valutazione linguistica standardizzati per l’età pediatrica e comunemente utilizzati per la valutazione dei disturbi evolutivi di linguaggio.
Altresì, è di fondamentale importanza un’attenta analisi della produzione spontanea e del comportamento comunicativo.
Se ci sono infiniti modi di essere afasici potremmo desumere che vi sono infiniti modi di essere riabilitati. Non vi è un unico programma riabilitativo specifico mirato al recupero delle difficoltà linguistiche acquisite, vi sono diversi metodi e approcci.
Il programma riabilitativo viene personalizzato in base alle caratteristiche del soggetto, all’età e alle specifiche difficoltà linguistiche rilevate.
Uno degli aspetti fondamentali nella fase di programmazione dell’intervento riabilitativo è il counselling: la famiglia assume un ruolo fondamentale nell’intervento e rappresenta una delle risorse determinanti nel migliorare la partecipazione del paziente.
I genitori devono supportare la comunicazione offrendo contesti stimolanti e utilizzando strategie interattive adeguate: parlare lentamente, non interrompere, utilizzare oggetti, gesti e disegni tenendo sempre conto delle caratteristiche della persona con afasia quali età, scolarità ed eventuali altri deficit cognitivi ed emotivi associati.
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