VOCE E LINGUAGGIO
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Cosa influenza lo sviluppo del linguaggio? Esistono diverse teorie sull’acquisizione e l’elaborazione del linguaggio. È un abilità innata oppure ogni sviluppo è diverso dall’altro?
Nell’ambito degli studi sul linguaggio si sono contrapposte nel tempo due posizioni divergenti: la posizione “innatista” e quella cosiddetta “empirista”.
La posizione innatista ha trovato in Noam Chomsky, famoso linguista e attivista politico, il suo più importante rappresentante. Secondo Chomsky il linguaggio è un’abilità innata, ovvero ogni persona nasce con delle istruzioni, implementate a livello neurale, che permettono di acquisire il linguaggio.
Queste istruzioni formano quella che gli innatisti hanno definito “Grammatica Universale”. Pensiamo alle conseguenze che questo tipo di approccio porta con sé: il linguaggio si sviluppa in modo pre-determinato, non è influenzato dalle esperienze e quindi le differenze individuali nelle capacità linguistiche sono minime.
Prendiamo in considerazione alcune delle prove che, secondo gli innatisti, testimoniano l’esistenza delle Grammatica Universale, anche se, come vedremo, molte di queste sono state successivamente confutate.
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L’approccio empirista, a differenza di quanto visto fino a ora, enfatizza le differenze individuali nell’acquisizione e nell’elaborazione del linguaggio.
Gli esponenti di questo approccio sostengono che:
Naturalmente sia l’empirismo che l’innatismo sono posizioni estreme: oggi si ritiene che esista una predisposizione ad apprendere il linguaggio ma si riconosce anche l’importanza dei fattori ambientali. Esistono infatti significative differenze individuali nell’acquisizione e nell’elaborazione del linguaggio durante tutto l’arco della vita.
Ad esempio, è stato dimostrato che il caregiver, ovvero la figura che si prende cura del bambino, svolge un ruolo importante nello sviluppo del vocabolario attraverso il cosiddetto caregiver speech (cioè il discorso che il caregiver rivolge al bambino).
In uno studio è stato osservato che la quantità di parole conosciute da bambini di 24 mesi era correlata a quanto i genitori parlavano direttamente al bambino. Altri studi hanno dimostrato che il caregiver speech influenza anche la capacità di apprendere le strutture sintattiche in bambini tra i 14 e i 36 mesi!
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Anche lo status socio-economico (SES) influenza le abilità linguistiche: è stato osservato che bambini ad alto SES possiedono un vocabolario più alto rispetto a bambini con SES medio. Questa differenza era dovuta al fatto che le madri stesse dei bambini possedevano diverse abilità linguistiche.
Queste differenze nelle abilità linguistiche vengono mantenute anche nella vita adulta. Inoltre, esse sembrano essere legate non solo a fattori ambientali ed esperienziali, ma anche a fattori innati, come differenze nelle abilità di memoria a breve termine e una certa predisposizione ad apprendere le lingue.
Nell’ambito delle neuroscienze, negli ultimi anni sempre più studi hanno osservato differenze innate in alcune strutture cerebrali. Sembra che queste differenze potrebbero influenzare il successivo sviluppo delle abilità linguistiche.
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Foto di Gustavo Fring da Pexels