La balbuzie viene percepita in modo differente dai bambini e dai loro genitori. Da un lato il piccolo tende a diventarne consapevole nel confronto, talvolta diretto e ostile, con i coetanei. Dall’altro il genitore tende a porre gli accenti su senso di colpa e ricerca delle cause. Ecco cosa succede realmente.

Ho iniziato a balbettare – io, come la maggior parte delle persone che balbettano – durante l’infanzia. Credo, inparticolare, durante il primo anno della scuola primaria. Non ricordo esattamente quando.
Per quanto mi riguarda ho sempre balbettato, non c’è un “prima”.

I miei genitori mi portarono da diversi specialisti (neurologi, psicologi, …): alcuni li ricordo, altri, la maggior parte, no. Ne sono a conoscenza solo grazie a racconti successivi.

Tuttavia, da bambino la balbuzie non era un grosso problema per me. Sapevo di esprimermi in modo diverso dagli altri, mi chiedevo perché balbettassi solo quando parlavo e non quando pensavo. Era una cosa stranissima per me, ma era solo una piccola parte della mia vita. Non ricordo di essermene curato molto fino all’inizio delle scuole secondarie di primo grado.

La balbuzie per il bambino

Scopo di questa breve introduzione di carattere personale è spiegare il “mondo dentro”.  Per un bambino che balbetta, spesso, la balbuzie è una “sensazione” distante. Ne diventa consapevole solo entrando in contatto con gli altri, in particolare con i coetanei.

Sono i genitori, invece, a cercare risposte, a soffrire e a preoccuparsi. A volte danno la colpa a sé stessi o al contesto scolastico. Altre volte cominciano ad agire sul bambino, credendolo troppo timido e ansioso.

Qualche altra si cerca la risposta in un evento traumatico, e a questo proposito le domande più frequenti dei genitori sono due:

  • È successo qualcosa a scuola, con gli insegnanti o i compagni?
  • Ci siamo comportati in modo sbagliato? Abbiamo mancato in qualcosa?

Informarsi sulla balbuzie

Purtroppo la qualità dell’informazione in merito alla balbuzie è ancora scarsa e i luoghi comuni sono molto diffusi, anche tra i professionisti.

Fortunatamente, negli ultimi anni si è manifestato un crescente interesse verso la balbuzie, soprattutto da parte di discipline come le neuroscienze e la genetica, che forniscono delle risposte ad alcune delle domande più comuni:

  • La balbuzie non è causata da un evento traumatico, ma è legata a una predisposizione genetica, dimostrata anche dall’alta ereditabilità del disturbo. Sono persino stati identificati alcuni geni che potrebbero svolgere un ruolo causale (Frigerio-Domingues & Drayna, 2017).
  • Questi geni potrebbero avere un impatto sulle regioni cerebrali legate al linguaggio, causando lievi anomalie strutturali e funzionali (Chow & Chang 2018).
  • Ne consegue che la balbuzie è un fenomeno cognitivo complesso (ovvero un fenomeno che ha a che fare con i nostri processi mentali, come apprendimento, memoria e linguaggio) legato all’esecuzione e alla coordinazione degli atti motori necessari alla produzione linguistica (Chang et al., 2018); si rende necessario, quindi, un trattamento multi-fattoriale che coinvolga diverse discipline.

Il Centro Medico Vivavoce ritiene fondamentale fare tesoro delle informazioni e delle ricerche condotte dalla comunità scientifica e metterne al corrente anche i genitori di bambini che balbettano, in modo che possano gestire al meglio la situazione e agire in modo tempestivo e adeguato.

Cliccando sui link attivi puoi scoprire di più sul Metodo MRM-S – l’unico all’ultima fase della validazione scientifica – o sulla ricerca, oppure scrivici per maggiori informazioni: info@vivavoceinsitute.com

Redazione Vivavoce

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