BALBUZIE
PRENOTA UNA VISITA: Tel: 02.36692464
Linguaggio dei genitori e balbuzie dei figli non sono correlati. Lo conferma una ricerca condotta dalla University of Maryland e pubblicata sul Journal of Speech, Language, and Hearing Science nel 2001, secondo cui la difficoltà delle parole o delle frasi utilizzate dai genitori per rivolgersi ai propri bambini non può essere legato alla comparsa di questa fatica.
La ricerca ha coinvolto due gruppi di bambini di 12 anni e le relative madri. Il primo gruppo era formato da bambini che balbettano, il secondo da bambini che non balbettano.
L’obiettivo era quello di evidenziare l’esistenza di differenze significative nel modo di parlare delle mamme dei bambini che balbettano, e verificare se l’utilizzo di parole e frasi complesse abbia un ruolo nella comparsa della balbuzie o nella sua evoluzione.
I dialoghi tra i due gruppi di mamme e rispettivi figli sono stati registrati all’interno di una stanza isolata acusticamente.
Si sono poi sono analizzati la lunghezza delle frasi, il numero e la complessità delle parole dette, e il grado di interazione.
I risultati non hanno mostrato differenze significative tra il modo di parlare delle mamme dei bambini che balbettano e quello delle altre mamme.
Entrambi i gruppi di mamme, insomma, utilizzavano un linguaggio adatto all’età e alle abilità linguistiche dei propri figli.
L’attenzione e la sensibilità verso il livello linguistico del proprio bambino è dunque la stessa, indipendentemente dalla presenza della balbuzie.
Questo studio ha in realtà confermato i risultati di una precedente ricerca, secondo cui
Non si può affermare con certezza che le abitudini linguistiche contribuiscano in qualche modo all’insorgere della balbuzie o che il modificarsi di tali abitudini migliori la fluenza dei figli (Nippold and Rudzinski, 1995).
Linguaggio dei genitori e balbuzie nei figli non sarebbero dunque legate da un legame causa-effetto.
Utilizzare parole troppo difficili o frasi articolate nel dialogo con i propri figli non causa quindi la balbuzie.
Anzi, sebbene – come è naturale – i genitori tendano ad utilizzare un linguaggio più semplice per rivolgersi ai propri figli, numerose ricerche rivelano che un vocabolario più ricco e complesso aiuta molto di più il bambino a sviluppare le abilità linguistiche.
Fonti
Miles, S (2001), Parental Language Input to Children at Stuttering Onset, Journal of Speech, Language, and Hearing Research, 44, pp. 1116–1130.