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Scoperta alla fine degli anni Novanta, l’EMDR è spesso usato nel trattamento di disturbi legati a eventi stressanti o traumatici. Ma quando è opportuno farvi ricorso e come funziona la terapia?
L’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) è un tipo di approccio terapeutico psicoterapico usato per curare eventi traumatici e stressanti. In particolare, è un trattamento evidence – based per il disturbo post traumatico da stress, come rivelato nel 2011 dal Samsha (Substance Abuse and Mental Health Services Administration).
Questo approccio è stato studiato da Francine Shapiro tra il 1987 e il 1990 e attualmente è uno strumento standardizzato e supportato empiricamente da numerosi studi.
Secondo il modello AIP (Adaptive Information Processing) di Shapiro, l’uomo ha un sistema intrinseco e adattivo che gli permette di elaborare i ricordi. Quando sono traumatici è possibile che l’elaborazione non avvenga in maniera corretta e si sviluppi una patologia.
L’EMDR, focalizzandosi sulla rievocazione dell’evento traumatico, si pone l’obiettivo di far rielaborare tale ricordo in maniera adeguata con una conseguente riduzione della sintomatologia.
Il terapista EMDR aiuta il paziente attraverso una stimolazione specifica che coinvolge entrambi gli emisferi cerebrali: questo può essere fatto con movimenti oculari alternati o altre stimolazioni destra/sinistra.
La stimolazione cerebrale bilaterale permette di desensibilizzare il ricordo e di modificare le convinzioni che il soggetto ha sull’evento.
Questo permette al soggetto di percepire il ricordo con più distacco, di sentire le emozioni meno intensamente, con sensazioni fisiche meno disturbanti e di modificare, infine, le convinzioni negative su di sé.
Il ruolo del terapeuta è quello di far rielaborare il paziente, guidandolo nel movimento oculare alternato o con una stimolazione tattile destra/sinistra, senza intervenire direttamente per non interrompere l’elaborazione.
Il termine trauma può riferirsi a diverse esperienze. Si dividono traumi con la “T” maiuscola e traumi con la “t” minuscola:
L’efficacia di questo trattamento è evidente in particolare con i seguenti disturbi:
Inoltre, l’EMDR viene utilizzato molto nel trattamento di bambini, data la loro incapacità ad elaborare cognitivamente un ricordo.
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La terapia EMDR segue un protocollo standard, tendenzialmente è usata nelle terapie individuali ma, talvolta, viene utilizzata anche in gruppo.
La durata del percorso terapeutico è variabile in base alla risposta del paziente e al tipo di trauma riportato.
Il protocollo prevede diverse fasi:
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Le sedute possono essere emotivamente intense: può succedere che il paziente pianga o che sia affaticato a fine seduta. Questo dipende dall’intensità dell’elaborazione emotiva, cognitiva e fisica.
Se l’elaborazione non è stata completata durante la seduta, è possibile che nelle ore successive il paziente riviva parte del ricordo o sensazioni spiacevoli.
Il terapeuta rende esplicito tale aspetto e si rende disponibile ad essere contattato o ad anticipare l’appuntamento successivo.
Ad oggi vi sono numerosi studi scientifici che confermano l’efficacia di questo trattamento. Nel 2013 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto l’EMDR come approccio terapeutico efficace per la cura del trauma e dei disturbi ad esso correlati.
Le ricerche non solo hanno dimostrato l’efficacia ma hanno evidenziato anche variazioni fisiologiche e strutturali di pazienti sottoposti a EMDR.
È stata dimostrata una normalizzazione dei livelli basali di cortisolo, ormone che viene prodotto a seguito di uno stress, dopo il trattamento EMDR (Heber et al., 2002). Sono emersi anche cambiamenti a livello di struttura cerebrali – ippocampo, lobo temporale mediale- aree cerebrali debite alla memoria ( Pagani et al., 2007; Bossini et al. 2007).
Sul sito EMDR Italia sono riportati numerosi studi scientifici che supportano questo tipo di approccio terapeutico.
L’équipe di Psicoterapeuti del Centro Medico Vivavoce è certificata per il trattamento EMDR.
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Bibliografia:
Bisson J. et al (2007), Psychological treatments for chronic post-traumatic stress disorder. Sistematic review and meta-analysis, British Journal of Psychiatry, 198, pp. 97-104
Bossini L. et al. (2007), Neuroanatomical changes after eye movement desensitization and processing (EMDR) treatment in post traumatic stress disorder, The Journal of Neuropsychiatry and clinical Neuroscience, 19(4), pp. 475-6
Heber R. et al., (2002), Salivary cortisol levels and the cortisol response to dexamethasone before and after EMDR: A case report, Journal of Clinical Psychology, Vol. 58 Issue 12
Fernandez I., Maslovaric G., Veniero Galvagni M., Traumi psicologici, ferite dell’anima. Il contributo della terapia con EMDR, Napoli, Liguori Editore (2013)
Pagani et al. (2007), Effects of EMDR psychotherapy on 99mTc-HMPAO distribution in occupation-related Post-Traumatic Stress Disorder, Nuclear Medicine Communications, 28, pp. 757-765
Van der Kolk B., Corpo accusa il colpo: Mente, corpo e cervello nell’elaborazione delle memorie traumatiche, Milano, Raffaello Cortina Editori (2015)
Foto di Josh Sorenson da Pexels