PSICHE
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Gli effetti psicologici della quarantena non si limitano al momento presente, ma potrebbero protrarsi anche nella fase successiva. È quello che emerge dalla review scientifica pubblicata il 26 febbraio del 2020 su The Lancet.
Un periodo di quarantena porta con sè una maggiore probabilità di presentare stanchezza, distacco dagli altri, ansia, irritabilità, insonnia, scarsa concentrazione e indecisione. Si potrebbero osservare anche una diminuzione delle prestazioni lavorative e una maggiore riluttanza al lavoro.
La quarantena messa in atto dal Governo per evitare una maggiore diffusione del Covid-19, non fa sconti.
Ma conoscere le possibili conseguenze è il punto di partenza per contenerle.
L’evento di quarantena di massa, adottato nei primi mesi del 2019 in Cina e poi in Europa, non è un caso nuovo nè isolato. Esistono infatti dei precedenti.
La quarantena è stata imposta anche in aree della Cina e del Canada durante lo scoppio nel 2003 della Sindrome Respiratoria Acuta Grave (SARS).
Interi villaggi in molti paesi dell’Africa occidentale sono stati messi in quarantena durante l’epidemia di Ebola del 2014.
Analizzare gli effetti della quarantena per esserne a conoscenza e intervenire in modo efficace per affrontare al meglio questa condizione.
Risulta fondamentale differenziare l’isolamento dalla quarantena.
L’isolamento è la separazione della persona malata dal resto della popolazione, azione messa in atto per evitare che quest’ultima venga a contatto con il virus.
In particolare, l’auto-isolamento è la scelta volontaria di soggetti, che probabilmente hanno avuto contatti con la malattia, di chiudersi nella propria residenza non avendo contatti con l’esterno o con i propri cari per tutelare anche la loro salute.
La quarantena è la limitazione delle uscite e degli spostamento di persone, al fine di controllare il raggio d’azione ed evitare una maggiore diffusione delle infezioni.
La quarantena è una misura preventiva necessaria durante i maggiori focolai di malattie infettive. Tuttavia, essa si rivela portatrice di effetti psicologici negativi, sia durante
La review pubblicata il 26 febbraio del 2020 su The Lancet, ha preso in rassegna 24 studi sugli effetti durante e post quarantena. Gli studi sono stati condotti in 20 Paesi, durante le epidemie di SARS (2003), Ebola (2014), la pandemia influenza H1N1 (conosciuta come influenza suina del 2009-2010), la Sindrome Respiratoria Medio orientale (MERS, 2012) e l’influenza equina (2009).
Uno tra gli studi svolti sulla SARS, ha preso in esame gli effetti sul personale sanitario. Già durante la quarantena i medici mostravano i sintomi tipici del disturbo da stress acuto: evitamento emotivo, rabbia, insonnia e irritabilità.
Dopo la quarantena, molti tra loro hanno continuato a manifestare comportamenti di evitamento, come la riduzione al minimo del contatto diretto con i pazienti e la mancata segnalazione al lavoro. Tali sintomi si rivelano perdurare addirittura fino a tre anni dopo l’evento.
Per limitare gli effetti psicologici negativi della quarantena, è necessario individuare i principali fattori stressanti.
Il vademecum degli Psicologi fornisce alcune linee guida.
È necessario garantire la corretta informazione riguardante la malattia, le misure contenitive adottate, la salute pubblica.
L’informazione chiara e tempestiva è la chiave per supportare le persone a comprendere la situazione, evitando la nascita di sentimenti come smarrimento e incertezza, già di per sé presenti.
La comunicazione deve essere efficace e rapida. No a notizie false, incerte o di difficile comprensione. I siti di riferimento per l’emergenza Coronavirus sono il sito del Ministero della Salute e quello dell’Istituto Superiore di Sanità.
Un aspetto non secondario, è garantire l’approvvigionamento beni di prima necessità. Non far mancare alimenti prioritari nella dieta delle persone crea un senso maggiore di sicurezza.
Ogni emergenza, sia essa sanitaria o sociale, è anche un’emergenza psicologica. Come tale, richiede competenze e interventi specifici non delegabili ad altre figure professionali.
Ecco perché diventa necessaria anche l’attivazione di supporti online e sportelli telefonici, sia per l’assistenza del personale sanitario, sia per i cittadini. Questo permette di esporre dubbi e domande ed beneficiare, dove necessario, di un contenimento emotivo.
Come citato da Lev Tolstoj:
La pazienza è aspettare. Non aspettare passivamente. Questa è pigrizia. Ma andare avanti quando il cammino è difficile e lento.
Fonti
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