Il termine disfonia indica in modo generico un qualsiasi disturbo della voce.

La Società Italiana di Otorinolaringoiatria definisce la disfonia come

un’alterazione qualitativa e/o quantitativa della voce parlata che consegue ad una modificazione strutturale e/o funzionale di uno o più organi coinvolti nella sua produzione o ad una inadeguatezza delle relazioni dinamiche fra le diverse componenti dell’apparato pneumo-fonatorio.

Disfonia: quali sono le cause

Ad oggi non esiste una classificazione completa delle disfonie, tuttavia nella pratica clinica a livello mondiale si distingue tra: disfonia organica e disfonia funzionale ( non organica)

Le disfonie funzionali sono disturbi della voce che si verificano in assenza di lesioni o di deficit motori. Esse sono causate da un uso scorretto (malmenage) o eccessivo della voce (surmenage).

Gridare, schiarire frequentemente la voce, oppure parlare per un tempo prolungato, sono comportamenti che pongono sotto sforzo il sistema fonatorio, alterando la qualità della voce.

Questo implica che le persone che utilizzano la voce per svolgere il loro lavoro (cd. Professionisti vocali) siano più a rischio di disfonie. È il caso di avvocati, insegnanti, ma anche dei cantanti.

Se protratti nel tempo, questi comportamenti possono evolvere in disfonie organiche.

Le disfonie organiche sono disturbi della voce dovute a lesioni o alterazioni del movimento degli organi coinvolti.

Alcune alterazioni organiche sono la conseguenza di comportamenti vocali scorretti (malmenage o surmenage). In altri casi, le cause possono essere infiammazioni, malformazioni congenite, esiti di operazioni chirurgiche o di altra natura.

Ad esempio, laringiti, oppure cisti, noduli e polipi alle corde vocali sono tra le cause più diffuse delle disfonie.

Disfonia: quali sono i sintomi

Una qualsiasi disfonia si manifesta attraverso segni oggettivi, cioè osservabili e misurabili, e sintomi soggettivi, cioè sensazioni percepite dal soggetto.

I segni oggettivi  possono essere:

  • Acustici: alterazioni dell’ intensità, della frequenza e del timbro della voce. In questi casi, la voce può risultare rauca, soffiata, instabile o completamente afona.
  • Clinici: alterazioni della struttura o del movimento degli organi coinvolti nella fonazione. Questi ultimi sono identificabili con esami endoscopici effettuati dal medico foniatra.

I sintomi soggettivi possono essere:

  • fisici: dolore, bruciore o alterazioni della sensibilità (parestesie) a carico delle strutture faringo-laringee, sensazione di corpo estraneo (globo) in gola, affaticabilità nell’uso della voce (sensazione di sforzo per continuare a parlare);
  • psicologici: sensazione di sgradevolezza o di inadeguatezza della propria voce.

Disfonie: quando rivolgersi a un medico specialista

Le disfonie possono essere croniche (se perdurano nel tempo) o solo temporanee.

Nel caso in cui si presentino con regolarità uno o più segni o sintomi di alterazione della voce, è opportuno rivolgersi al proprio medico di base e in seguito ad un medico specialista in foniatria e/o otorinolaringoiatria, per un’eventuale diagnosi di disfonia.

 

Fonti

Bergamini G., Casolino D., Schindler O. (2002) Inquadramento delle disfonie. Da Relazione ufficiale le disfonie: fisiopatologia, clinica ed aspetti medico-legali, LXXXIX Congresso Nazionale San Benedetto del Tronto, 22-25 Maggio 2002.

Schindler A., Ginocchio D., Schindler O. Linee guida per la pratica clinica. La raucedine (disfonia). Traduzione e dell’adattamento italiano delle Linee guida per la pratica clinica dell’American Academy di ORL (Head and Neck Surgery Foundation).

Schindler O. La voce: fisiologia, patologia, clinica e terapia. Padova, Piccin (2010).

Federazione Logopedisti Italiani Piemonte, www.flipiemontelogopedia.it.

Redazione Vivavoce

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