BALBUZIE
PRENOTA UNA VISITA: Tel: 02.36692464
Come spesso accade i genitori sono i testimoni più consapevoli di quello che accade ai loro bambini, di quello che vivono, dei problemi e dei progressi che fanno. È per questo che accompagniamo la testimonianza dei nostri piccoli pazienti a quella dei loro genitori per farci raccontare la loro esperienza con Vivavoce.
Come nel caso di Aurora, una vivace bambina abruzzese di otto anni e mezzo. Mamma Rosanna ci racconta quando si è accorta che la figlia era in difficoltà e come è cambiata la sua vita oggi.
Intorno a due anni e mezzo però, poco prima dell’ingresso nella scuola dell’infanzia, ha iniziato con degli episodi sporadici di balbuzie, aveva difficoltà con alcune parole.
Il problema si è accentuato con l’ingresso a scuola, il primo distacco effettivo di Aurora da casa, un contesto nuovo con nuove maestre e compagni.
Da lì in poi è cominciato un peggioramento, sempre di più, sempre più evidente. Ogni volta che c’erano degli incontri scuola-famiglia, la maestra mi faceva presente questo problema.
La situazione mi rendeva sofferente. Da mamma e spettatrice, ero tesa perché vedevo che la mia bambina voleva esprimersi, dire tutto ciò che pensava e che faceva a scuola. Notavo però come si frenasse, come facesse fatica a dare voce ai suoi pensieri.
Entrava nel gruppo ma non esponeva mai la sua idea, non proponeva mai un gioco. Lei era sempre quella che accettava passivamente ciò che le dicevano e che facevano gli altri. Anche se a lei non stava bene qualcosa, pur di non parlare annuiva e li seguiva.
Dal punto di vista scolastico, all’ingresso nella scuola primaria le maestre erano concordi. Aurora era una bambina attenta e intuitiva, però quando veniva interpellata le sue risposte erano sempre brevi e concise.
Diceva di vedere come si sarebbe evoluta la situazione; è vero che spesso la balbuzie non è permanente ma si supera naturalmente con la crescita. Passava il tempo però la situazione anziché migliorare peggiorava.
Gli operatori hanno saputo mettersi all’altezza dei bambini. Sono stati tutti professionali ma al tempo stesso hanno sempre saputo rapportarsi con loro, cosa che non è facile. Con le sue attività, Vivavoce ha continuato a incuriosire sia mia figlia che gli altri bambini. Hanno appreso tutto quello che dovevano, ma sotto forma di gioco.
Aurora era felice di aver conosciuto altri bambini “come lei”, mi ha detto.
Prima anche non volendo ero agitata e ansiosa. Ad essere cambiata è soprattutto Aurora, si è aperta tantissimo. “Mi hanno insegnato a parlare bene”, dice ora. Abbiamo visto i risultati anche a livello scolastico, in particolare nelle interrogazioni orali. La differenza si vede nei voti e in ciò che dicono le maestre.
Da mamma vedo questo cambiamento ad esempio quando andiamo a fare la spesa e lei vuole sempre interagire al banco, mentre prima stava nascosta dietro di me, in silenzio, a guardare per terra.
Aurora adesso è sbocciata.
Mi sento però di dover dire che l’impegno non è solo del bambino ma è anche della famiglia. Il paziente durante il corso impara tantissimo ma ha bisogno del sostegno di tutta la famiglia. Diversamente, tutti i sacrifici fatti in quelle due settimane andranno persi nel giro di pochissimo perché il bambino non viene corretto e non viene aiutato. Il paziente va sempre incoraggiato anche se il corso è impegnativo.
E i risultati si vedranno nel giro di pochissimo.
a cura di Michela Ria