BALBUZIE
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«La parola ora è il mio lavoro e vivo davvero la mia vita». Queste sono le parole di Stefano, 19 anni, diplomato al liceo classico ed ora studente in Economia all’Università Cattolica, di professione arbitro. Fino all’età di 15 anni, Stefano soffriva di balbuzie, la sua fatica era molto pronunciata.
«Ho iniziato a balbettare all’età di tre anni – racconta – ho ricordi di grandi fatiche, soprattutto alle elementari, quando era davvero difficile rapportarmi con gli altri. Solo grazie al mio carattere aperto e solare, sono riuscito a sopperire a questa mancanza».
Chi balbetta sa già quale parola non uscirà, quale parola del suo discorso farà contrarre i muscoli facciali, facendolo sudare e alla fine rinunciandoci. «A quel punto chi ti sta di fronte ti dice: stai tranquillo che, penso, sia per tutti i balbuzienti la frase più odiosa – confessa Stefano. «Non si è mai tranquilli quando si balbetta e dire stai tranquillo mi è sempre sembrato un modo per darmi il contentino, un modo per compatirmi, una cosa che detesto».
Le interrogazioni erano un trauma, per non parlare del greco, una lingua così articolata e complessa. Ricordo che per dire alla prof. di scienze la parola botanica ci impiegavo circa tre minuti. Ai più parrà esagerato ma se incontravo gli amici per strada anche dire un semplice ciao era devastante, per non parlare della fatica nei ristoranti, ordinare era un vero problema.
Un giorno mio zio disse che aveva letto di un centro a Milano, specializzato nella cura della balbuzie e i miei genitori decisero di iscrivermi al corso. Era il dicembre del 2013. Un corso veloce ma molto serrato, si lavorava duramente, per dieci ore al giorno c’erano tutor che mi insegnavano a parlare, come se fosse la mia prima volta. Dopo il corso i risultati arrivarono subito, anche a scuola riuscii a prendermi grandi soddisfazioni, ad esempio durante le interrogazioni. Anche se il vero successo fu leggere greco ad alta voce, davanti alla mia classe.
Ora sono felice e non smetto più di parlare, sono contento, il corso mi ha cambiato la vita, mi ha donato la sicurezza, il controllo della parola e mi ha tolto la paura. Oggi sono anche un arbitro di calcio, la parola è il mio lavoro, ma sono davvero tranquillo non ci penso nemmeno più alla balbuzie. Capita solo raramente di incespicare ma come può capitare a chiunque.
La mia presentazione alla fine del primo giorno di corso, quando Giovanni Muscarà (fondatore di Vivavoce Institute, ndr) ci fece dire il nostro nome e cognome, la nostra età e le nostre passioni. Indimenticabile.
Foto: Flickr, Maristella Carnio