All’ansia che a volte accompagna l’arrivo delle ferie quest’anno si possono aggiungere ulteriori elementi di difficoltà. Come affrontare allora queste prime vacanze al tempo del coronavirus? I consigli di Giada Sera, psicologa del Centro Medico Vivavoce

La prima estate durante l’epidemia di coronavirus

Con il termine vacanza per la Treccani si intende “riposo più o meno lungo delle proprie ordinarie occupazioni che una persona si concede o si fa concedere”. Tale definizione sottolinea il valore e lo scopo intrinseco di questa attività: il distacco dalle proprie abitudini e l’adesione a nuovi ritmi e attività con lo scopo di riposarsi.

Secondo i dati dell’Istat nel 2019 i viaggi dei residenti in Italia sono stati 71 milioni e 883 mila, sia per lavoro che per svago. In estate il 37,8% della popolazione fa almeno una vacanza. Secondo quanto emerge da un sondaggio di IZI in collaborazione con Comin & Partners, metà degli italiani andrà comunque in vacanza, privilegiando destinazioni italiane a quelle estere.

Ma come saranno le vacanze quest’anno?

In molti si chiedono come saranno le vacanze quando si inizia a pensare alle proprie ferie. A causa della situazione sanitaria, però, l’idea di vacanza e – quindi di riposo – non è più ben chiara. L’incertezza rispetto a come saranno le spiagge, gli spostamenti o i ristoranti può causare emozioni discordanti all’idea di partire. Alcuni ne hanno messo in dubbio il valore intrinseco: con tutte queste nuovi accorgimenti sarà un momento di riposo o, al contrario, sarà ancora più stressante?

Si potranno esperire diverse emozioni – tra cui frustrazione, tristezza o ansia. L’ansia è l’emozione dell’incertezza, la proviamo ogni volta che non siamo sicuri di raggiungere il nostro scopo, in questo caso il riposo.

Provare emozioni di ansia in queste situazioni è normale e fisiologico, ci permette di avere uno stato di allerta necessario per fronteggiare l’imprevisto o il pericolo.

L’ansia è problematica quando diventa particolarmente forte da influenzare il nostro funzionamento e la nostra qualità di vita. In questo caso, se nonostante vi siano dati oggettivi che non giustificano uno stato di pericolo, tale emozione impedisce di riprendere la nostra quotidianità, come uscire, vedere amici e parenti o concedersi del riposo.

Leggi anche L’ansia è una malattia? Cos’è davvero e quando bisogna preoccuparsi

Vacanze e coronavirus, cosa fare se l’ansia diventa molto forte?

Se la percepisci troppo forte rispetto al reale pericolo, prova a riflettere su questi aspetti:

Riconosci le tue emozioni

Fai attenzione ai pensieri, alle emozioni e alle sensazioni fisiche provate;

Ricorda la connessione tra pensieri ed emozioni

Quello che proviamo dipende da quello che pensiamo non dalla situazione. Cerca di fare attenzione a quali pensieri ti attivano maggiormente;

Valuta la veridicità dei tuoi pensieri

Prova a chiederti se i tuoi pensieri sono fondati su dati oggettivi o se sono dei tuoi timori in contrasto con i dati oggettivi;

Poni attenzione a quello di cui hai bisogno

Dato il cambiamento delle condizioni esterne anche le nostre esigenze e bisogni possono essere cambiati. Chiediti di cosa hai bisogno ora, facendo attenzione ai propri preconcetti;

Non temere gli imprevisti

Talvolta, prima di partire, idealizziamo il viaggio al punto che anche un piccolo imprevisto è vissuto come un problema. Ricorda che la perfezione è un ideale poco utile e, spesso, irraggiungibile. L’organizzazione e la pianificazione possono essere buone strategie ma cerca di non essere troppo rigido;

Chiedi aiuto se l’ansia è troppo forte e persistente

Se un’emozione troppo intensa ti impedisce di vivere a pieno i momenti piacevoli e di relax potresti aver bisogno d’aiuto per gestire meglio il tuo stato emotivo.

 

Foto di Anna Shvets da Pexels

Giada Sera

Giada Sera

Psicologa Clinica e Psicoterapeuta

Svolge attività di consulenza psicologica e psicoterapia, con una particolare esperienza nella terapia di adolescenti e giovani. Laureata in Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia, presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca e specializzata in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale. È consulente sessuale (titolo A.I.S.P.) e ha ottenuto un Master di II livello in Neuropsicologa presso l'U.C.S.C di Milano.

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