La paura del giudizio degli altri può essere in alcuni casi così eccessiva e rigida da condizionare pesantemente la vita di una persona. Cosa è possibile fare per provare a ridurre questo timore e affrontare con più serenità queste situazioni? Ne parliamo con Martina Tramontano, psicologa del Centro Medico Vivavoce. 

La paura di essere giudicati

Fin dalla primissima infanzia l’essere umano costruisce la propria identità all’interno della relazione con l’altro, per cui è naturale tenere in considerazione le opinioni che gli altri hanno di noi. Anche nella famosa “piramide di Maslow” il bisogno di appartenenza si colloca al terzo gradino, subito dopo il bisogno di sicurezza. Essere amati e accettati è uno dei nostri bisogni umani essenziali, fa parte del nostro patrimonio genetico e ha una spiegazione evoluzionistica.

Per i nostri antenati vivere in un gruppo era fondamentale perché permetteva di aiutarsi nella caccia, nella cura della prole e nella difesa dai pericoli. Questo ha fatto sì che il nostro cervello abbia imparato a valutare come pericolo l’eventualità di essere allontanati, espulsi o emarginati. Anche se oggi tale situazione non mette a rischio la propria sopravvivenza, è normale che una delle paure più diffuse sia proprio quella del giudizio altrui.

Quando la paura del giudizio degli altri diventa eccessiva?

Abbiamo compreso come l’essere umano non può prescindere totalmente da ciò che gli altri pensano di lui. L’ansia provata in tali circostanze è una sensazione che tutti noi conosciamo e che è coerente provare. In alcuni casi, tuttavia, questa naturale tendenza diviene così pervasiva e rigida da condizionare la vita da sfociare nei casi più estremi in un vero e proprio disturbo.

Chi ne soffre sperimenta un senso di oppressione che lo porta a vivere con forte disagio le situazioni temute fino a evitarle completamente.

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Altre strategie disfunzionali che possono essere utilizzate per gestire tale paura sono l’abuso di alcol, sostanze, farmaci sia per ridurre l’ansia anticipatoria e riuscire ad affrontare l’evento temuto, sia per gestire i pensieri negativi conseguenti.

Nelle situazioni di esposizione al giudizio diretto altre strategie utilizzate possono essere:

  • nascondere il viso
  • parlare velocemente e il meno possibile durante una discussione
  • dare ragione all’altro per evitare di dover esporre la propria opinione

Tutti i comportamenti riportati sono controproducenti perché nel breve termine danno l’illusione di aiutare a gestire la paura del giudizio, ma nel lungo termine rafforzano l’idea di essere inadeguati e incapaci di fronte agli altri.

Cosa è possibile fare per ridurre la paura del giudizio degli altri?

Ecco alcune strategie che si possono mettere in atto al fine di affrontare la paura del giudizio degli altri:

  • Esporsi a situazioni temute partendo da quelle che suscitano meno ansia. Evitare è tra i principali fattori di mantenimento di questa problematica per cui rompere il circolo vizioso e sperimentare l’ansia accettandola per quello che è, ossia solo un’emozione, risulta fondamentale.
  • Spostare l’attenzione verso il contesto esterno quando ci troviamo in una situazione in cui temiamo il giudizio, ad esempio descrivendo in modo oggettivo quello che ci circonda invece di prestare attenzione alla nostra ansia, ai pensieri negativi connessi e alle nostre possibili reazioni.
  • Utilizzare esercizi di respirazione per abbassare il livello di ansia percepito.
  • Cambiare prospettiva e leggere diversamente la mente dell’altro. Spesso valutiamo gli altri come giudicanti. Diventa quindi fondamentale accettare il fatto che non possiamo conoscere con certezza i pensieri degli altri e capire che le altre persone possono avere gusti, opinioni e pensieri diversi dai nostri. Inoltre è utile focalizzarsi sul fatto che si tratta di una nostra modalità di pensiero e di relazione e che può essere cambiata con una più funzionale.
  • È utile infine accettare le proprie emozioni e non vergognarsene. Spesso le persone apprezzano l’espressione emotiva e non la valuteranno in maniera negativa.
Martina Tramontano

Martina Tramontano

Psicologa Clinica e Psicoterapeuta

Laureata in Psicologia Clinica presso l’U.C.S.C. di Milano, è specializzata in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale. Ha frequentato un Master di II livello in DSA presso l’Istituto Galton di Milano e ha conseguito il Primary Certificate in Terapia cognitivo comportamentale dei Disturbi dell’alimentazione (CBT-E).

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