PSICHE
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È difficile dare una definizione univoca di cosa significhi esattamente “mindfulness”. Si tratta di un approccio basato sulla meditazione della consapevolezza. Può essere utilizzato con successo anche come terapia per chi soffre di disturbi d’ansia. Tuttavia non è così semplice come può sembrare e per questo è necessario rivolgersi a uno specialista.
La parola inglese “mindfulness” significa consapevolezza, dall’antica traduzione del termine sanscrito “sati” ossia memoria del presente. Quando si parla di mindfulness si intende un’esperienza più intensa del momento che si sta vivendo, il comprendere meglio ciò che si è nel qui e ora.
Risulta difficile individuare una definizione univoca in quanto si tratta di un’esperienza estremamente personale e diretta. Il biologo e scrittore Jon Kabat-Zinn, uno dei massimi esponenti di questo approccio, la definisce così:
“Prestare attenzione, ma in un modo particolare: con intenzione, al momento presente e in modo non giudicante”
La mindfulness deriva e si basa sulla meditazione della consapevolezza. In modo molto basilare si cerca di adattare la pratica ai contesti quotidiani e alle esigenze della persona. Tramite questa si cerca di vivere in modo più concreto la realtà andando a comprendere sia gli aspetti positivi che quelli di disagio e malessere.
Al contrario di quanto comunemente si possa pensare, la meditazione, come la mindfulness, non corrisponde ad una tecnica di rilassamento utile a sentirsi più leggerli e liberi e non comporta un benessere psicofisico, anzi porta ad un maggior contatto con il vissuto personale.
Il principale obiettivo della pratica risulta essere quello di andare ad eliminare gli stati di tensione inutili, coltivando gli aspetti più profondi che creano un maggior benessere alla persona. Oltre a questo serve per conoscersi meglio senza limitazioni o vergogne, coltivando l’equilibrio della persona, favorendo una maggiore percezione della conoscenza personale, lasciando “fuori” le tensioni e i malesseri sia lavorativi che di vita.
La pratica deve essere fatta individuando un proprio spazio nel contesto in cui ci si trova, mettendosi in una posizione comoda, chiudendo gli occhi e respirando in maniera regolare. L’aspetto principale è focalizzarsi sul proprio aspetto presente e il respiro è importante per riportare il pensiero su ciò che si era focalizzato. Deve essere inserita nel quotidiano per comprendere al meglio ogni azione e ogni gesto. Risulta importante annotare ciò che si è vissuto e riportarlo in memoria.
La mindfulness non è così semplice quanto sembra ed è per questo che, specialmente all’inizio, risulta importante affidarsi ad uno specialista
Nel corso dei decenni questa tecnica ha visto la sua applicazione nella psicoterapia cognitiva comportamentale per andare a trattare i disturbi ansiosi. Infatti chi soffre di ansia tende ad accentuare i problemi e le difficoltà senza comprenderne la reale natura.
L’obiettivo principale della terapia è quello di modificare i legami che la persona ansiosa vive con i propri pensieri disfunzionali. Questo viene fatto portando il paziente a sperimentare in vivo la sensazione di ansia, aiutandolo a comprenderne la natura e modificando di conseguenza il pensiero che sta alla base, cercando di supportarlo nel “lasciare andare” i pensieri negativi rimanendo comunque nel presente del proprio corpo, dando un nome alla situazione e comprendendo che è solo una normale reazione a qualcosa che mette paura.
Il focus risulta quindi essere quello di vivere e sperimentare i sintomi dell’ansia nella loro totale natura, anziché evitare il pensiero, lo si affronta gestendolo e inserendolo nella quotidianità.