PSICHE
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I disturbi d’ansia possono fare la loro comparsa anche nei più giovani, in bambini e adolescenti. Non si tratta infatti di una condizione che interessa i soli adulti. Vediamo quali sono i più diffusi, con quali sintomi si presentano, come si diagnosticano e quali terapie sono disponibili.
L’ansia si caratterizza come un’attivazione psico-fisiologica a fronte di una paura vissuta per sé stessi o per gli altri. A livello fisico si presenta con tremore, sudorazione e battito cardiaco accelerato. Generalmente si pensa che il disturbo ansioso sia tipico dell’età adulta, ma può venire diagnosticato anche nel periodo adolescenziale.
Come è noto l’adolescenza è una fase critica e difficile, durante la quale ragazzi vivono molte paure e fobie. Tali situazioni sono normali quando, nonostante la fatica, i giovani riescono ad affrontare gli impegni. Diventano invece un problema se vanno a creare disagi con la quotidianità andando interferendo con lo sviluppo. Si nota quindi una diminuzione delle prestazioni scolastiche, una difficoltà nella relazioni con i pari e una difficoltà nell’interazione familiare.
L’ansia non deve sempre essere considerata in modo patologico. Un giusto livello di attivazione psicofisiologica può favorire la performance e i risultati. Questo pensiero è avvalorato dalla Legge di Yerkes e Dodson del 1908, secondo la quale all’aumentare dell’attivazione psicofisiologica c’è un progressivo incremento della prestazione fino al raggiungimento di un livello ottimale che permette di perseguire, nel modo migliore, l’azione. Per cui è necessario mantenere dei buoni livelli di ansia, che non devono essere né troppo alti né troppo bassi, per favorire un migliore risultato.
Detto questo serve necessariamente distinguere ansia, stress e paura. L’ansia è caratterizzata dal timore di dover affrontare in un secondo momento un evento. La paura consiste nel reagire immediatamente a un evento considerato pericoloso. Lo stress invece è una risposta ad un carico di lavoro, considerato eccessivo, sia a livello psicologico che fisico.
Si caratterizza per preoccupazione ed ansia eccessiva che si manifestano in relazione ad una quantità di eventi o attività che non mostrano tra loro similarità. Si presenta con irrequietezza, affaticamento, poca concentrazione, tensione muscolare.
Si manifesta come la paura degli spazi aperti e/o affollati. I soggetti non solo hanno timore del quantitativo di gente ma anche dello spazio aperto in quanto non riescono a individuare vie d’uscita. Si prova paura intensa in situazioni come: essere al supermercato, frequentare eventi pubblici, essere a casa da soli.
È un disturbo in cui il soggetto presenta paura o ansia marcate riguardo ad una o più situazioni sociali in cui potrebbe essere esposto al giudizio degli altri. I sintomi possono essere sudorazione, pianto e nervosismo nel momento in cui sono presenti interazioni sociali.
Si caratterizza per la presenza di attacchi di panico che si manifestano con difficoltà respiratorie, tremore, pianto e palpitazione in contemporanea a crisi invalidanti e terribili. La persona si trova quindi ad avere timore della sua stessa paura. Teme di trovarsi in situazioni difficili o imbarazzanti in cui nessuno potrebbe essere d’aiuto in caso di tali attacchi.
Si mostra come l’intensa paura nel separarsi da una figura specifica, esagerata rispetto all’età di sviluppo del bambino. È un disturbo tipico dell’infanzia per cui i piccoli cercano di evitare in ogni modo la separazione e, quando essa avviene forzatamente, si presentano intense crisi di pianto e ansia con ricongiungimenti altrettanto difficili.
È caratterizzato da pensieri o impulsi (ossessioni) ricorrenti che causano ansia o disturbo nella persona, tanto da portarla ad attuare azioni o pensieri ripetuti per tranquillizzarsi (compulsioni). Quando le compulsioni non possono essere messe in atto creano malessere fisico e psicologico alla persona.
Si presenta come la preoccupazione legata alla sicurezza di aver contratto malattie molto gravi. Nonostante le rassicurazioni mediche e gli esami, l’ansia e il malessere psicofisico persistono a tal punto da condizionare la vita della persona, portandola a curarsi e sottoporsi a molte visite.
La persona prova una persistente ed eccessiva paura rispetto ad una specifica persona, situazione o oggetto. Gli individui non mostrano malessere solo quando sono in procinto di ciò che temono ma anche quando ne parlano o lo pensano.
L’ansia si può presentare su tre diversi livelli:
La diagnosi di un disturbo d’ansia viene fatta da uno specialista tramite il consulto del Manuale Diagnostico (DSM 5). Viene diagnosticata nel momento in cui, i sintomi sopracitati, interferiscono nella vita della persona e perdurano da almeno 6 mesi.
Data la complessità del disturbo è necessario recarsi dal proprio medico di base per escludere qualsiasi altra fatica e per avere il supporto adeguato. Non bisogna basarsi solo sugli articoli o sulle notizie del web, è una patologia invalidante e come tale deve essere trattata da esperti.
Il trattamento più noto per la cura dei disturbi d’ansia nei giovani è sicuramente la psicoterapia cognitivo comportamentale, associata, ove necessario, ad una terapia farmacologica. Bisogna evitare in qualsiasi modo trattamenti “fai da te”. La psicoterapia verte a ridurre ed in ultimo eliminare i sintomi che procurano ansia, aiutando l’individuo a raggiungere un adattamento all’ambiente e al contesto nel quale è inserito.
Esistono “terapie alternative” volte a ridurre la sintomatologia ansiosa. Tra queste osserviamo l’uso della musicoterapia ovvero l’ascolto di suoni rilassanti per placare l’agitazione, con effetti positivi su diverse parti del corpo e che favorisce calma e rilassamento.
Un aspetto che può essere correlato alla musica per placare l’ansia è lo sport. Però non tutti gli sport sono uguali, alcuni, più di altri, sono adatti a modulare l’ansia. Si individuano specialmente la corsa, il trekking e lo yoga. L’attività fisica ha un’azione antidepressiva in quanto stimola la formazione di nuovi collegamenti cerebrali, migliorando la memoria e riducendo problemi legati al sonno.
Per eliminare la sofferenza e la tensione si può inoltre ricorrere alla mindfulness, un percorso utile a porre attenzione sul proprio momento presente in modo curioso e non giudicante. Risulta importante specialmente in età evolutiva in quanto permette al minore di comprendere meglio ciò che sta succedendo senza considerare negativamente i propri pensieri.