PSICHE
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Le mani iniziano a sudare, il respiro si fa corto, il cuore accelera, lo stomaco si chiude e braccia e gambe fanno fatica a stare ferme: è ansia.Tutti abbiamo avuto a che fare almeno una volta nella vita con questa sensazione, facilmente riconoscibile e identificabile. Ripensate, ad esempio, ai momenti precedenti un esame, un importante colloquio o alcune situazioni di vita particolarmente delicate in cui il corpo si è fatto sentire forte e chiaro.
Questi segnali si innescano per l’avvicinarsi di una situazione di cui ci è possibile immaginare un risultato negativo, in grado di avere un grande effetto su di noi, che sia una bocciatura che ci obbligherà a stare sui libri per un altro semestre o un “le faremo sapere” che non concluderà la ricerca di un lavoro.
Ansia è un termine che descrive efficacemente l’insieme di tutte queste sensazioni e, sebbene non ne esista una definizione univoca universalmente accettata, la si può definire in modo generale come
Uno stato emotivo a contenuto spiacevole, associato ad una condizione di allarme e di paura che insorge in assenza di un pericolo reale e che, comunque, è sproporzionata rispetto ad eventuali stimoli scatenanti.
Ogni individuo ha un suo modo per sperimentare e gestire l’attivazione dovuta dall’ansia, ma in tutte le persone la funzione di questo fenomeno è la stessa.
Ansia e preoccupazione sono strumenti adattivi che ci preparano per i pericoli futuri, consentendoci di prevedere e quindi di reagire a eventuali sviluppi negativi per avere una risposta pronta in caso di necessità. Mantenere uno stato di allerta ci evita di essere colti alla sprovvista da situazioni che sappiamo già essere spiacevoli.
Per capire meglio in che modo l’ansia svolga questo compito è possibile osservare ciò che accade al nostro organismo quando l’ansia ci assale. In prima battuta appare come un ostacolo, una difficoltà ulteriore che ci rende più difficile agire in una situazione importante o delicata. Eppure, osservando con maggiore attenzione, è possibile vedere come questo fenomeno in realtà agisca in tutto l’organismo attivando diversi apparati che si preparano all’azione:
L’attivazione fisiologica dell’organismo indotta dall’ansia consente dunque a corpo e mente di predisporsi per far fronte a richieste ambientali, che siano esse segnale di un pericolo reale o percepito.
Tuttavia, l’aspetto più evidente nell’esperienza ansiosa riguarda gli effetti che quest’attivazione ha sulla mente: l’attenzione è dirottata completamente verso eventuali esiti negativi, immagini di ciò che va o potrebbe andare storto invadono la nostra testa, alimentando ulteriormente la paura di ciò che potrebbe accadere. Le sensazioni corporee sono processate come possibili segnali di qualcosa di pericoloso per la salute, arrivando persino alla paura di morire a causa della tachicardia o della sensazione di soffocamento.
Improvvisamente la nostra percezione si riduce e la nostra attenzione si fa sempre più focale. La mente fatica a processare le informazioni che si sormontano in modo confuso e diventa difficile controllare ciò che avviene attorno a noi. Il disagio aumenta e cresce la spinta a evitare l’oggetto o la situazione percepita come pericolosa. I pensieri risultano statici, quasi chiusi in un circolo senza fine. La coloritura emotiva prende sempre più il carattere della paura, come se il pericolo fosse immediato e inevitabile, e l’insicurezza oscura sempre più la possibilità di poter gestire ciò che sta per succedere. L’unica soluzione sembra essere l’interruzione di ciò che si sta facendo e l’allontanarsi.
Quando questo meccanismo naturale e così automatico, che ha lo scopo di prepararci e proteggerci da situazioni di pericolo, può trasformarsi in un ostacolo insormontabile nella vita di tutti i giorni? Nonostante manifestazioni cliniche molto differenti tra loro abbiano a che fare con l’ansia, un elemento che tutte devono necessariamente condividere per essere definite come patologiche è l’intensità con cui esse interferiscono in vari momenti e circostanze di vita. Ciò significa che nonostante l’ansia sia una sensazione naturale e sana, legata all’apprendimento e fondamentale per il nostro modo di imparare dall’esperienza, essa può diventare dannosa nel momento in cui la sua comparsa si irrigidisce e i costi di quest’allerta superino i benefici. Quando per proteggerci da eventuali pericoli la nostra mente ci spinge a evitare sempre più situazioni, non dandoci possibilità di scelta, allora serve un aiuto specifico per riacquistare controllo sulla propria vita. Non per questo l’ansia va considerata come qualcosa da cui guarire o da eliminare, ma, piuttosto, qualcosa da imparare a gestire per non esserne travolti. L’ansia ci tiene attenti e concentrati e si assicura che tutte le risorse di cui disponiamo siano indirizzate verso la risoluzione di situazioni delicate.