VOCE E LINGUAGGIO
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Cosa si intende per Altered Auditory Feedback (AAF) e quale efficacia hanno queste tecniche nel trattamento della balbuzie?
Le cause della balbuzie sono ancora in gran parte sconosciute, nonostante negli ultimi anni sia aumentato l’interesse verso questa condizione, in particolare nelle neuroscienze.
I più recenti studi condotti proprio in questo ambito sulla balbuzie suggeriscono tuttavia alcune possibili cause:
In entrambi i casi le informazioni sensoriali, in particolare quelle uditive, sembrano svolgere un ruolo molto importante. Per chi balbetta non è certamente una novità: la balbuzie, infatti, si riduce drasticamente nella lettura corale o nel parlato all’unisono.
Sebbene non sia ancora chiaro in che modo il feedback uditivo sia coinvolto nella balbuzie, questi fenomeni sono stati sfruttati come forma di trattamento: le tecniche che si basano su queste evidenze per ridurre o eliminare la balbuzie vengono definite collettivamente Altered Auditory Feedback.
Per approfondire: Come si impara a parlare: il modello DIVA
Per Altered Auditory Feedback (AAF) si intende infatti l’insieme di quelle tecniche che permettono di alterare elettronicamente il segnale verbale, in modo che il parlante percepisca la propria voce in modo diverso dal normale.
Possiamo distinguere tre tipi di AAF in base al modo in cui la voce del parlante viene alterata:
Oggi sono in vendita molti dispositivi di AAF. Si tratta di dispositivi elettronici molto piccoli, quindi non eccessivamente invasivi, progettati per poter essere utilizzati nella vita quotidiana. Attraverso questi dispositivi, la voce della persona viene raccolta da un microfono, elaborata e ri-trasmessa con le opportune modifiche (di cui si è parlato nei paragrafi precedenti) attraverso delle cuffie.
Tuttavia, si può concludere che le tecniche di AAF siano efficaci nel trattamento della balbuzie?
Gli esperimenti che hanno studiato l’effetto dell’AAF sono pochi e mostrano comunque risultati molto variabili. Ad esempio, esso sembra avere effetti molto rilevanti durante la lettura (con una riduzione della balbuzie tra 40-85%), ma non durante i monologhi. L’AAF si è mostrato efficace, invece, in condizioni di ansia in cui si deve esporre un testo preparato (ad esempio, durante una presentazione).
Molti dubbi rimangono sulla sua efficacia a lungo termine e in situazioni naturalistiche (cioè al di fuori dall’ambiente sperimentale), anche se alcuni dati suggeriscono che gli effetti potrebbero essere ancora visibili dopo un utilizzo di 3-4 mesi.
L’aspetto più rilevante, infine, è che gli effetti dell’AAF sono presenti solo fintanto che viene utilizzato il dispositivo apposito. Esso, quindi, non genera alcun cambiamento a lungo termine dei circuiti neurali coinvolti nella balbuzie, per il quale è invece necessario attuare un processo riabilitativo.